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Il calvario nascosto di Tom Daley, nella morsa del Covid: “Ho avuto paura di morire”

Nella sua autobiografia in uscita il tuffatore olimpico ha svelato di aver avuto il Covid a gennaio di quest’anno. Lo ha tenuto nascosto a tutti ma i sintomi erano talmente seri che è stato ricoverato anche in ospedale: “Sinceramente mi sentivo come se potessi morire”. Dai primi segnali ai falsi test negativi fino alle notti insonni insieme al suo compagno: “Mi consideravo una persona abbastanza sana ma il COVID non guarda in faccia nessuno”. Le immagini di Daley che durante le Olimpiadi di Tokyo lavorava a maglie sulle tribune hanno fatto il giro del mondo.
A cura di Andrea Lucia
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Il tuffatore inglese che durante le ultime Olimpiadi è stato immortalato mentre lavorava a maglie sulle tribune ha svelato di aver avuto il Covid e di essere stato molto male. Tom Daley ha contratto il virus a gennaio di quest'anno ma lo ha nascosto a tutti. Ha parlato per la prima volta del suo calvario nell'autobiografia in uscita, Coming Up for Air, e ha fornito un resoconto dettagliato della sua brutta esperienza, dai primi segnali ai falsi test negativi fino alla preoccupante escalation di sintomi che lo ha portato in ospedale a pochi mesi dall'appuntamento che ogni sportivo sogna. Il The Times ha pubblicato un estratto del libro.

È iniziato tutto con un po' di mal di testa e vertigini durante una sessione di allenamento a gennaio. All'inizio Daley li aveva attribuiti alle conseguenze di una lieve commozione cerebrale che aveva accusato durante una sessione di tuffi qualche settimana prima. Nonostante il test Covid fosse risultato negativo, il malessere non si attenuava e l'inglese avvertiva febbre molto alta, brividi e bruciore alla gola: "Tremavo e non mi sentivo così male da quando ho avuto la polmonite. Ogni volta che mi alzavo, sentivo la stanza girare e una luce bianca accecante, come se stessi per svenire e come se non riuscissi a far entrare abbastanza ossigeno nel mio corpo", ricorda Daley, che aveva bisogno dell'aiuto di suo marito, lo sceneggiatore Dustin Lance Black. Una notte "ho anche verificato che Lance sapesse cosa doveva fare se avessi smesso di respirare. Onestamente mi sentivo come se potessi morire".

Il test Covid continuava a dare esito negativo ma le sue condizioni continuavano a peggiorare: "Mi facevano male tutte le ossa e avevo una tosse secca. I miei polmoni si sentivano sotto pressione, come se contenessero sacchi di riso". A quel punto la possibilità che questo malessere fosse riconducibile al virus diventata sempre più reale. L'ennesimo test, infatti, stavolta diede esito positivo. Daley iniziò a preoccuparsi anche per il figlio: "Eravamo davvero preoccupati per quello che sarebbe successo se fossimo stati entrambi malati e non avessimo potuto prenderci cura di Robbie". Nel viaggio in ospedale il campione olimpico ha raccontato di aver avuto molta paura e di aver provato un senso di colpa per contribuire a sovraccaricare il sistema ospedaliero londinese: "Sapevo di essere davvero malato, era sabato sera. Ho capito quanto velocemente le cose potevano peggiorare. Ero davvero terrorizzato".

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Dopo circa 10 ore in osservazione, i livelli di ossigeno del 27enne inglese si erano stabilizzati e in poco tempo arrivarono anche le dimissioni. Solo qualche giorno dopo Daley ha finalmente iniziato a provare un po' di sollievo, a pensare che il peggio era ormai alle spalle. Nei primi mesi di recupero era impossibilitato ad entrare in acqua e ancora oggi porta i segni della malattia: "Mi consideravo una persona abbastanza sana ma il COVID non guarda in faccia nessuno".

Alle Olimpiadi di Tokyo appena concluse Tom Daley ha vinto due medaglie: una d'oro nella piattaforma 10m sincro con Matthew Lee e una di bronzo nella piattaforma 10m individuale. Il campione inglese si è anche reso protagonista di un simpatico episodio che ha fatto il giro del mondo: le telecamere lo hanno sorpreso sugli spalti del Tokyo Aquatics Centre intento a lavorare con l'uncinetto. Un hobby che lo aiuta a rilassarsi e a scaricare la tensione.

Il campione inglese è stato anche uno dei primi sportivi a fare apertamente coming out. Era il 2013 e lui aveva già partecipato a due Olimpiadi, quelle di Pechino nel 2008 a soli 14 anni e quelle in casa a Londra nel 2012. In un video su YouTube la confessione: "Amo un ragazzo e non potrei essere più felice". Il ragazzo in questione, il premio Oscar Dustin Lance Black, vent'anni più grande di lui e con cui ha avuto un figlio tramite maternità surrogata, è lo stesso che lo ha aiutato a superare la dura battaglia per guarire dal Covid.

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