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Verstappen abbandonato ad una pompa di benzina nel sud Italia: “Doveva capire e imparare”

Il campione del mondo di Formula 1 Max Verstappen ha rivelato che a 14 anni è stato abbandonato dal padre Jos in una stazione di servizio nel Sud Italia dopo la finale del campionato del mondo di Kart svoltasi a Sarno.
A cura di Michele Mazzeo
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Oggi Max Verstappen è campione del mondo di Formula 1 ed è impegnato a lottare per un nuovo titolo contro il pilota della Ferrari Charles Leclerc nel Mondiale 2022. L'olandese è considerato uno dei migliori driver al mondo ed incensato ovunque vada come una celebrità, per questo fa specie pensarlo da solo abbandonato in una stazione di servizio del Sud Italia. Eppure, per quanto possa apparire surreale, quando era poco più che un bambino gli è successo davvero.

Erano i primi giorni di settembre del 2012 e la famiglia Verstappen era a Sarno, in provincia di Salerno, dove si disputava la finale della Coppa del Mondo di kart che vedeva il talentuoso Max come grande favorito nonostante fosse una delle sue prime gare a bordo di un kart con cambio. La gara però non andò come l'allora quasi 15enne e soprattutto papà Jos, ex pilota di Formula 1 che si occupava del suo kart e lo accompagnava in giro per l'Europa, speravano.

Il giovane Verstappen partì forte ma poi, a causa di poca aderenza delle gomme nuove appena montate, fu costretto a rallentare venendo così superato dal neozelandese Daniel Bray. Max non prese bene il sorpasso e così alla prima opportunità tentò di riprendersi la prima posizione in un punto della pista in cui però sopravanzare gli avversari era impossibile. Risultato: finisce fuori pista dopo il contatto e deve dire addio ai sogni di gloria.

L'olandese disperato per aver gettato al vento un titolo che nessuno sembrava poteva togliergli tornò poi nel paddock e trovò suo padre Jos già intento a smontare il tendone e caricarlo sul furgone infuriato per l'errore che il figlio aveva commesso tanto che alla richiesta di Max di aiutarlo a recuperare il kart rimasto in pista rispose "Puoi andare a prendertelo da solo il kart! Io non ti aiuterò" prima di rimettersi a caricare il più velocemente possibile il furgone.

A quel punto Max, con le lacrime agli occhi, si rivolse a due dei suoi migliori amici Stan e Jorrit Pex che lo aiutarono a recuperare il kart e riportarlo vicino al furgone. A quel punto papà Jos, che aveva ormai finito di sistemare tutta l'altra roba, lancio con veemenza il kart sul furgone e senza dire nulla si mise alla guida. "Non ho mai visto mio padre in quel modo. Ha letteralmente afferrato il go-kart e l'ha gettato nel furgone. Ricordo che non volevo tornare in Olanda con mio padre, ma non mi lasciò tornare con i miei amici dal sud Italia" ha infatti ricordato Verstappen dopo essere diventato campione del mondo di Formula 1.

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Salito sul furgone Max tentò di spiegare le proprie ragioni al padre che però lo zittì più volte e giunto alla prima stazione di servizio lo fece scendere e se ne andò. Ovviamente non si trattò di un abbandono perché da lì a poco in quella stessa pompa di benzina del Sud Italia arrivò la mamma del giovanissimo pilota che seguiva in auto il furgone attardata di qualche chilometro. "Ho continuato a cercare di avere una conversazione finché a un certo punto si è fermato a una stazione di servizio e ha detto: ‘Scendi. Scendi, non voglio più sentirti'. Così mi ha cacciato e se n'è andato. Fortunatamente c'era anche mia madre, era dietro di noi in autostrada, quindi l'ho chiamata e circa cinque minuti dopo è arrivata".

Papà Jos intanto era tornato indietro a prenderlo: "Stavamo per partire e poi mio padre è tornato con il furgone e mi ha detto: ‘Sali, ma non voglio sentire una parola'. Perché mio padre era con la sua ragazza, di sicuro lei gli ha parlato e gli ha detto ‘non puoi farlo' – ha difatti aggiunto Max Verstappen ricordando quell'episodio del 2011 –. Per tutto il viaggio di ritorno a casa, che è stato di 17 ore o qualcosa del genere, non abbiamo parlato. E poi quando siamo tornati a casa, penso che non mi abbia parlato per un'intera settimana. Quindi sono andato a scuola e ho fatto le mie cose , ma per tutto il tempo quando tornavo a casa, normalmente andavo in officina, ma per una settimana lui non mi parlava".

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A spiegare cosa è accaduto dopo e il motivo di quell'atto così brutale, diversi anni dopo, è stato lo stesso Jos Verstappen che in un podcast Red Bull ha rivelato: "Un giorno eravamo seduti insieme e gli ho spiegato come mi sentivo. Per tutta la settimana non si è sentito a suo agio per quello che era successo, ma volevo che capisse che prima di fare qualsiasi cosa in pista doveva pensare". Lo stesso Max, parlando oggi di quell'episodio, pur contestando i discutibili bruschi metodi utilizzati dal padre, pensa che quella brutta esperienza gli sia servito tanto nella sua crescita come uomo e come pilota: "È stata una lezione dura. Ma penso che alla sia stata un'ottima lezione" ha infatti chiosato l'olandese che adesso può fregiarsi di quel titolo di campione del mondo di Formula 1 che all'epoca considerava un sogno irraggiungibile.

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