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Sainz tradito dalla Ferrari alla curva 4, a Baku va subito fuori

“Qualcosa non ha funzionato”, le parole dello spagnolo che era già staccato di ben cinque secondi da Max Verstappen e alla curva 4 ha dovuto arrendersi, la sua auto lo ha piantato. Qual è stato il problema meccanico.
A cura di Maurizio De Santis
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La Ferrari di Sainz ferma in pista a Baku, lo spagnolo si ritira al 9° giro per un problema meccanico.
La Ferrari di Sainz ferma in pista a Baku, lo spagnolo si ritira al 9° giro per un problema meccanico.

Nove giri. Tanto è durato il Gran Premio di Azerbaijan per Carlos Sainz. Il ferrarista è stato costretto a ritirarsi per un problema meccanico. Sfortuna, tanta. Il muso della vettura è rivolto verso le barriere: il pilota spagnolo è ancora dentro l'abitacolo. È nervoso, cerca in qualche modo di capire cosa possa essere accaduto, perché la sua "rossa" lo ha abbandonato dopo nemmeno aver saggiato la gara. "Qualcosa non ha funzionato", le parole che l'iberico pronuncia mormorando e imprecando. Era già staccato di ben cinque secondi da Max Verstappen e alla curva 4 ha dovuto arrendersi, la sua auto lo ha piantato. Il brake by wire failure (sistema frenante digitale) in avaria lo ha costretto ad alzare bandiera bianca.

La voce del pilota che comunica coi box dà l'annuncio ferale, in seguito il Team del Cavallino parlerà di problema idraulico ma non cambia la sostanza del disastro e, soprattutto, fa riaffiorare tutte le perplessità sull'affidabilità delle macchine. Per Sainz quello di Baku è stato il terzo ritiro stagionale, dopo quelli accaduti Melbourne (in Australia) e Imola. "Ero in gestione della gomma, poi appena ho cominciato a spingere un po' di più c'è stato il problema idraulico. Siamo sorpresi, non c'erano stati segnali in tal senso".

Sainz si ritira, parcheggia la sua Ferrari in una via di fuga della curva 4 della pista di Baku.
Sainz si ritira, parcheggia la sua Ferrari in una via di fuga della curva 4 della pista di Baku.

Bandiera gialla e Virtual Safety Car, ne approfitta il compagno di scuderia, Leclerc (ma è solo un'illusione alla luce degli eventi sucessivi), che va ai box per effettuare il cambio gomme. Non è stato l'unico, a sfruttare l'inconveniente capitato al ferrarista sono stati anche Russell, Gasly, Vettel, Hamilton, Tsunoda, Zhou, Magnussen, Albon, Schumacher, Latifi. La mescola più dura permette al monegasco di guadagnare secondi preziosi rispetto alle Red Bull. Perez perde brillantezza e dalla scuderia, quando Verstappen sta per superarlo, arriva l'ordine di lasciarlo passare. Poco dopo la rottura del motore estrometterà il ferrarista dal duello per la vittoria del Gp.

Un epilogo negativo, quello capitato a Sainz, sulla falsariga di come era iniziata la gara quando in partenza non era riuscito a trovare lo spunto, lo spazio e il guizzo giusti per recuperare qualche posizione. Una sensazione d'impotenza che aveva trovato conferma nei primi giri considerato come le due Red Bull e la Ferrari di Leclerc sembravano avere un ritmo migliore rispetto allo spagnolo.

Il ritiro di Sainz fa da prologo una battuta d'arresto pesante, importante, che provoca rabbia. Dodici giri più tardi è Leclerc a terminare in anticipo la sua corsa: il fumo copioso che fuoriesce dalla parte posteriore della vettura è esiziale, deve abbandonare la pista proprio quando era riuscito a riprendersi il primo posto con una perfetta strategia.

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