Ripartenza Formula 1, Horner teme per i piloti: “Pausa troppo lunga, ci saranno incidenti”

La Formula 1 è ad un passo dal riorganizzare la propria stagione e dare semaforo verde. L'attesa potrebbe finire in questi giorni e i motori tornare a rombare con il doppio appuntamento del 5 e 12 luglio, in Austria sul circuito di Zeltweg dove ci dovrebbe essere il gran debutto. Un campionato fortemente condizionato dall'emergenza di coronavirus e che vedrà per forza di cose, un Mondiale a suo modo ridotto, con soluzioni anche forzate nell'ospitare circuiti che presentino caratteristiche specifiche per la sicurezza dei piloti e dei loro Team come il GP d'Austria, punto di partenza ideale per la sua logisitica e struttura.
Ma ci sono perplessità costanti su ciò che potrà avvenire. Più che a preoccupare il rischio di nuovi contagi – visto che per quella evenienza non ci saranno allarmi, avendo provveduto ad un protocollo di contenimento e di intervento che non prevede nuovi stop in caso di positività – a tenere in ansia i Team sono le condizioni psicofisiche in cui scenderanno in pista i piloti. A farsi portavoce di questo pensiero è stato il Team Princpal della Red Bull Christian Horner che ha esternato i propri timori sull'effettiva sicurezza durante i primi Gp: "Restare così a lungo lontano da un abitacolo notoriamente stretto è positivo a livello salutare e fisico, ma è deleterio sul fronte della prestazione. Mai, credo, i piloti siano stati così a lungo lontani dalle poste. Riprendere a luglio significherebbe anche correre il serio rischio di vedere incidenti e Gran Prermi ad eliminazione".
Non vediamo l'ora di rimetterci in marcia. Non è normale per noi e per tutti gli entourage che vivono di corse restare per un periodo di tempo così lungo lontano dalle piste. Abbiamo voglia di competere, tutti: noi del Team e i piloti, anche se li ho visti arrugginiti
La Red Bull ha in scuderia Max Verstappen e Alexander Albon, due piloti che Horner dichiara già pronti a scendere in pista per quello che si annuncia uno dei Mondiali più impegnativi della storia della Formula 1: "In questi mesi di fermo abbiamo fatto di tutto per mantenere alto lo spirito di squadra – ha raccontato al ‘The Guardian' – anche a distanza. La nostra principale è stato proprio questo spirito e abbiamo fatto ogni sorta di cose per tenerci in contatto, dalle lezioni di fitness online a quiz e chiacchiere da bar"