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Presidente della FIA indagato per aver tentato di falsare un GP di Formula 1: clamoroso in Arabia

Un altro scandalo investe la Formula 1, questa volta a essere tirato in ballo è il numero uno della Federazione, Mohammed Ben Sulayem. Avrebbe usato la propria influenza perché fosse cancellata la penalità ad Alonso in occasione del GP d’Arabia 2023.
A cura di Maurizio De Santis
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Il presidente della FIA, Mohammed Ben Sulayem, è sotto inchiesta per una presunta interferenza sul risultato di una gara di Formula 1. Secondo una fonte interna alla Federazione – come riportato dall'emittente inglese BBC – il massimo dirigente avrebbe esercitato la propria influenza affinché fosse annullata una penalità inflitta a Fernando Alonso (Aston Martin) in occasione del Gran Premio dell'Arabia Saudita del 2023.

Nel dossier che è finito sul tavolo del comitato etico c'è tutta la ricostruzione di quell'episodio che, se confermato, rischia di provocare un terremo fortissimo nel mondo dei motori dopo la prima tappa della stagione mondiale in Bahrain. L'ennesimo, dopo lo scossone che ha fatto tremare la Red Bull per la vicenda interna di Horner, ma questa volta di proporzioni maggiori. Occorreranno dalle quattro alle sei settimane prima di arrivare a un rapporto ufficiale che faccia luce, nel bene e nel male.

In base a quanto raccolto Ben Sulayem avrebbe contattato lo sceicco Abdullah bin Hamas bin Isa Al Khalifa – vicepresidente della FIA per lo sport per la regione del Medio Oriente e del Nord Africa – per spiegare che la sanzione inflitta al pilota asturiano andava revocata.

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Cosa era successo? L'ex ferrarista era stato punito per un errore tanto grave quanto clamoroso che era stato commesso dal team della sua scuderia durante il pit-stop in regime di Safety Car. Ai 5 secondi che gli erano già stati dati per un errato posizionamento in griglia di partenza, ne sono stati aggiunti altri 10 perché mentre scadeva il conteggio, quando mancavano pochi decimi, un meccanico ha posizionato il crick sotto la monoposto così da effettuare in tempi brevi il cambio gomme.

Una manovra fatale (era costata cara anche a Esteban Ocon nella precedente gara in Bahrain) che, da regolamento, aveva gravato Alonso di una penalità ulteriore che, sommata al tempo finale, gli aveva fatto perdere la terza posizione a beneficio di George Russell (Mercedes).

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La falla nell'interpretazione del regolamento. All'epoca dei fatti, dopo il ricorso presentato dall'Aston Martin, la decisione venne ribaltata in seguito a una discussione tra i team di Formula e la FIA sul caso degli interventi da effettuare sulle vetture che sono ferme ai box per una penalità. "Abbiamo concluso che non esisteva un accordo chiaro – si lesse nella nota di allora -, come suggerito in precedenza agli steward, su cui si potesse fare affidamento per determinare che le parti avevano concordato che un martinetto che toccava un'auto equivaleva a lavorare sull'auto".

L'articolo 54.4c) del regolamento sportivo recitava così: "Mentre una vettura è ferma nella corsia dei box a causa di una sanzione ai sensi degli articoli 54.3a) o 54.3b) non può essere sottoposta a interventi finché la vettura non ha scontato tutta la durata della sanzione". Il caso Alonso portò a un'integrazione della prescrizione con una frase: "In questo contesto, toccare con le mani la vettura o il pilota o gli strumenti o le attrezzature costituirà lavoro".

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