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MotoGP Malesia, impeccabile “Top Gun”: Vinales domina e vince alla Marquez

Vinales si mette al comando dopo le prime curve e completa un capolavoro. Marquez, secondo, è il pilota con più punti in una sola stagione di sempre. Sul podio anche Dovizioso che resiste all’attacco finale di Rossi e Rins. Bene Morbidelli, delude Quartararo che piace anche alla Ducati. Ancora un fallimento per Lorenzo.
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Vola "Top Gun". Si piazza davanti dopo le prime curve e martella da uomo solo al comando. Abbina due metà di gara di uguale efficacia come mai gli era riuscito in stagione. Vince da dominatore, batte Marquez e trionfa "alla Marquez". Il podio lo completa Dovizioso, che scommette sulle soft e fa benissimo. "Dovi" parte a razzo e nel finale tiene dietro Valentino Rossi e Rins, quarto e quinto, nel confronto più acceso della seconda parte di gara. Sesto Morbidelli davanti a Quartararo, Miller, Petrucci, Mir (penalizzato con una long lap penalty a due giri dalla fine per aver speronato Zarco), Pol Espargaro, Bagnaia e Aleix Espargaro. Solo quattordicesimo Jorge Lorenzo.

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Marquez da record

Dopo 5 vittorie consecutive, Marquez interrompe la serie di successi ma non la striscia di primati di questa stagione destinata a rimanere un punto fermo della sua carriera. Con il secondo posto e i 395 punti in classifica, e un gran premio da correre a Valencia, Marquez diventa il pilota che ha conquistato più punti in una sola stagione. Superato il precedente primato, i 383 di Jorge Lorenzo nel 2010. E' festa completa, dunque, in casa Marquez dopo il titolo mondiale in Moto2 del fratello Alex.

La scelta delle gomme

Maverick Vinales, che ha la tendenza a uscire alla distanza e far meglio nella seconda parte di gara rispetto alla prima, opta per la gomma media dietro come Morbidelli. Dovizioso, che deve correre in rimonta, conta su una Ducati più gentile con le gomme e opta per una morbida davanti e dietro. Scelta più conservativa per Rossi, amatissimo a Sepang, che va con le medie. Il "Dottore" temeva per la tenuta della gomma posteriore nella seconda parte di gara e per la costanza nel passo gara, problema emerso anche nelle ultime gare sulla Yamaha M1.

Quartararo parte male

Parte bene Morbidelli, male invece Quartararo che, risucchiato in lotta nel traffico a centro gruppo, si ritrova ottavo alla fine del primo giro. I due del team Petronas, che annuncia l'accordo proprio nel gran premio di casa, avranno le M1 ufficiali l'anno prossimo. "È stata una prima stagione incredibile per noi, Franco Morbidelli e Fabio Quartararo hanno dato un contributo enorme. Avere due moto uguali per entrambi i piloti nel 2020 ci permetterà di ottenere ancora più risultati" ha detto il Team Principal Petronas Razlan Razali. Quartararo e Morbidelli l'anno prossimo avranno a disposizione la moto in versione factory, la M1 Spec-A, uguale a quella con cui Rossi e Vinales inizieranno il Mondiale.

Quartararo, però, è molto richiesto. La Ducati, ha detto Carlo Pernat a Sky, avrebbe già presentato un'offerta per il francese di origini siciliane, il miglior giovane di questa MotoGP. "Quartararo è molto veloce, ma allo stesso tempo deve ancora vincere una gara" ha commentato alla vigilia della gara Luigi Dall'Igna, direttore generale Ducati, che ha promesso un'evoluzione ma non una rivoluzione per la moto del 2020.

Vinales si piazza subito davanti

La Ducati alimenta la voglia di riscatto in gara di Dovizioso, da decimo a quarto alla fine del primo giro. Il secondo lo comincia in testa Vinales, che sente di aver un passo migliore e si piazza davanti contando sulle sue abituali progressioni. Gira su un ritmo costante e martellante appena sotto i due minuti come tempo sul giro. E da artista, dopo un anno di fatica in gara, modella una gara perfetta con due metà perfettamente simmetrica. E suona una sinfonia di vittoria, di rinascita.

Si cristallizza il distacco di Marquez da "Top Gun". Vinales, con le medie, conserva oltre due secondi e mezzo di vantaggio a otto giri dalla fine. Marquez, che ha un gomma soft, non attacca. Amministra, senza rischiare dopo la caduta in qualifica.

L'inseguimento di Valentino

Rossi tira e scoda per star dietro ai primi. Il "Dottore" in Malesia ha vinto sette volte, ha corso questo gran premio su tre circuiti diversi. A Sepang ha conquistato la prima vittoria nel 2001, ma aveva già scritto un capitolo di storia il 31 marzo del 1996, giorno del suo esordio in nel motomondiale a Shah Alam. Il suo primo gran premio si chiude con un sesto posto in 125 a 7.3 secondi da Stefano Perugini.

Rossi, a 14 giri dalla fine, sorpassa Miller che fa un numero alla Marquez per tenere in pista la moto che sbanda in curva dieci verso sinistra. Rossi si riavvicina velocemente alla zona podio, si mette dietro Dovizioso che riesce però di motore a prendere metri di vantaggio sul lungo rettilineo.

Continuano gli incroci tra Rossi e Dovizioso, ma dietro i duellanti si avvicina Rins che nella parte finale di gara gira decisamente più veloce di entrambi. Rins, come ad Aragon, è fin troppo energico in staccata e arriva al contatto con Miller che non la prende bene e scivola indietro, scavalcato anche da Quartararo. Con la sua Suzuki avvicina gli scarichi di Rossi, il confronto a due si allarga anche il pilota Suzuki non ha una vera occasione per pensare di attaccare i due piloti italiani.

Marquez e Lorenzo, opposti che non si attraggono

Il francese stavolta non brilla, il suo futuro non è ancora definito. Chi di sicuro non cambierà moto è Marquez. La Honda continuerà ad essere la sua moto, con un motore aggressivo come piace al Cabroncito. In questo futuro, Jorge Lorenzo dovrà aiutarsi da solo per avere uno spazio all'altezza della sua storia. L'arrendevolezza da comprimario nelle ultime posizioni in cui si sta adagiando racconta di un pilota che non vede una via d'uscita, che corre con la paura, il peggior nemico su una moto. Perché può prendere tutti, anche un cinque volte campione del mondo. Le cadute che ha sofferto quando ha provato a spingere di più hanno lasciato segni. Guariti quelli esteriori, sono rimasti quelli interiori. Quando i distacchi sul giro si allargano a diversi secondi, a parità di mezzo, il gap non può che dipendere dal pilota. In questo guado, Lorenzo deve tirarsi fuori con le sue mani. La Honda, con un dominatore come Marquez, difficilmente cambierà la ciclistica della Moto. Lorenzo, che ha due anni di contratto, potrebbe lasciare prima ma difficilmente troverebbe un posto nel prossimo Mondiale se dovesse divorziare da Honda alla fine di questa stagione fallimentare.

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