Marko ha ingaggiato un nuovo pilota di nascosto: cosa c’è dietro l’improvvisa rottura con Red Bull

La storia tra Helmut Marko e la Red Bull si sta per chiudere nel modo più traumatico possibile: con una decisione presa ai vertici, lontano dai riflettori, all'indomani del GP di Abu Dhabi vinto da Verstappen che però ha consegnato il titolo iridato a Lando Norris per soli due punti. Dopo oltre vent'anni, il consulente austriaco sembra destinato ad uscire di scena con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale del contratto, fissata al 2026. Non una separazione consensuale, ma l'epilogo di uno scontro interno ormai ingestibile.
Secondo la ricostruzione emersa dal paddock, la rottura è figlia di una serie di iniziative prese da Marko in autonomia, fuori dal perimetro decisionale della squadra. L'82enne, convinto di avere mano libera dopo il licenziamento di Christian Horner, avrebbe forzato la linea sul programma junior, firmando accordi non condivisi con il management.

La promozione di Lindblad e il caso Dunne: il punto di non ritorno
Il primo caso è quello del giovane Arvid Lindblad, promosso di fatto verso la Racing Bulls senza un reale confronto interno. Ma è soprattutto l'operazione Alexander Dunne ad aver fatto saltare il banco: l'irlandese, dopo la sua uscita dall'Academy McLaren, era stato escluso come possibile nuovo innesto nel programma junior della Red Bull per scelta degli azionisti e del team principal Laurent Mekies, ma Marko ha comunque messo nero su bianco.
Una mossa fatta "di nascosto", che ha costretto la squadra a rescindere il contratto pagando centinaia di migliaia di dollari.

Marko fuori dalla Red Bull: il pilota ingaggiato di nascosto rompe l'equilibrio
Quella firma è diventata il simbolo della frattura. Per la dirigenza, rappresentava il superamento di una linea rossa: decisioni sportive ed economiche prese senza autorizzazione, in una fase delicatissima per la squadra. Da lì, il rapporto è precipitato.
A peggiorare il quadro, le polemiche esplose dopo il GP del Qatar, con le accuse rivolte da Marko a Kimi Antonelli per il sorpasso subito da Lando Norris, episodio che ha innescato un'ondata di odio social culminata in oltre mille minacce di morte al pilota italiano. Anche se sono arrivate le scuse, il danno d'immagine era ormai irreparabile.

La Red Bull, reduce da due anni di rivoluzione tecnica e politica (con le uscite di Wheatley, Newey, Horner e ora, quasi certamente, Marko) ha scelto di voltare pagina. La stagione 2025, chiusa ad Abu Dhabi con una lotta mondiale ancora aperta tra Verstappen, Norris e Piastri, segna anche la fine dell'architetto del vivaio che ha lanciato Vettel e Max.
L'eredità resta pesante. Ma per Milton Keynes, la priorità ora è una sola: stabilità. Anche a costo di chiudere definitivamente con l'uomo che aveva dato un grosso contributo nel costruire l'impero.