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Hamilton distrugge la Formula 1 moderna: “È diventato un club per bambini miliardari”

Lewis Hamilton ha descritto il modo in cui vede la Formula 1 negli ultimi anni, senza risparmiare una critica forte alla competizione che lo ha reso uno degli atleti più importanti al mondo: “Questo sport è diventato un miniclub per miliardari”. Nell’intervista concessa ad As, il pilota inglese affronta anche il tema del razzismo e della diversità, ancora troppo poco sviluppata nel suo sport.
A cura di Valerio Albertini
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Lewis Hamilton è uno dei migliori piloti di Formula 1 di sempre, ma lo sport che gli ha permesso di raggiungere la fama mondiale è al secondo posto nella sua scala delle priorità. In vetta, infatti, il 36enne inglese ha sempre posizionato l'aiuto verso le altre persone. Ha avuto e ha tuttora un ruolo fondamentale nella lotta al razzismo e nell'affermazione dell'importanza della diversità, anche nella Formula 1. Per questo, in un'intervista ad AS, non ha usato mezzi termini per descrivere il modo in cui vede il circus:

Viviamo in un'epoca in cui questo sport è diventato un club per bambini miliardari. Se dovessi ricominciare da zero partendo da una famiglia umile, sarebbe impossibile per me essere dove sono oggi, perché gli altri ragazzi avrebbero molti più soldi. Dobbiamo lavorare per cambiare la Formula 1 e renderla accessibile non solo ai ricchi, ma anche alle persone meno abbienti.

Sono diversi, in effetti, gli esempi di piloti che, probabilmente, non farebbero parte della massima competizione automobilistica se non fosse per i loro soldi. La Formula 1 è sempre stato uno sport d'elite, ma ultimamente, secondo l'opinione di Hamilton, le cose sono addirittura peggiorate da questo punto di vista.

La lotta contro il razzismo

Il pilota inglese non ha mai avuto paura di dire come la pensa anche riguardo argomenti scottanti e si è sempre speso per cercare di migliorare la competizione in cui eccelle ormai da più di un decennio. Il tema dell'uguaglianza è prioritario per lui, come dimostrano le parole spese al quotidiano spagnolo:

C'è una crescente consapevolezza del problema del razzismo. In questi ultimi mesi, molte persone hanno capito ciò che gli afroamericani sperimentano nella loro vita. Ho anche avviato una commissione che si occupi di questi problemi, vogliamo unire le persone ed educarle. Dobbiamo lavorare insieme per ottenere una Formula 1 più diversificata. Ci vorrà tempo, ma è importante capire che siamo tutti uguali anche se il colore della nostra pelle è diverso.

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La volontà di aiutare gli altri

Anche quando gli viene chiesto dei risultati in pista, Lewis spiega che sì hanno un valore fondamentale, ma allo stesso tempo ciò che gli interessa di più è il modo in cui si comporta fuori dalla pista per aiutare le persone meno fortunate di lui:

Lo sport è la mia vita, il mio lavoro, ma è al secondo posto nella scala delle mie priorità. Voglio aiutare le persone, istruirmi e incoraggiare le persone a fare altrettanto. In un gara voglio essere ancora il migliore e questo richiede tempo, ma ciò che faccio fuori è lottare contro un problema che non sarà semplice risolvere. Quando non ci sarò più, voglio essere ricordato per aver aiutato le persone. La vita mi ha dato tanto, ora voglio restituire ciò che ho ottenuto dando una mano agli altri.

Il problema della diversità

Infine, Hamilton torna ancora una volta sul tema della diversità nella Formula 1, una situazione che gli sta davvero a cuore e che cerca di cambiare, ottenendo i primi risultati:

Lo scorso anno c'era una diversità del 3% nella mia squadra, quest'anno siamo al 5% e per me è qualcosa di gigantesco, che mi rende felice. Quando smetterò di correre continuerò a cercare di promuovere la diversità in Formula 1, anche se credo che non potranno esserci miglioramenti drastici prima di 10 o 20 anni.

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