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Sarà un Giro d’Italia senza italiani da classifica: anche Ciccone non ce la fa, “Mi piange il cuore”

A 10 giorni dal via dell’edizione 106 del Giro d’Italia, Giulio Ciccone è stato messo k.o. dal Covid. Con il suo forfeit si spengono gli ultimi sogni di trovare un azzurro tra i primi in classifica finale. Le uniche speranze (in crono) sul solito inossidabile Ganna.
A cura di Alessio Pediglieri
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Il Giro d'Italia 2023 è prossimo alla partenza, fissata per il 6 maggio quando si scatterà sui pedali in Abruzzo, per l'incipit di una delle più prestigiose, storiche e amate corse a tappe. Saranno al via 22 squadre per un totale di 176 corridori che si affronteranno in 21 tappe con 2 giorni tradizionali di riposo. Ma le speranze azzurre sono praticamente nulle per la classifica finale con il migliore dei nostri, Giulio Ciccone out per Covid. L'unico obiettivo è qualche glorioso traguardo, aggrappandoci al solito Filippo Ganna.

No, non l'abbiamo dimenticato Damiano Caruso, che sarà regolarmente al via sabato mattina per la crono del debutto del Giro in rosa 2023 sulle strade abruzzesi attorno a Ortona, una "sgambata" contro il tempo di 20 km. Ma il 35enne ragusano della Bahrain Victorious dovrà compire la classica impresa memorabile se vorrà vedere il proprio nome inserito tra i primi 5 della classifica generale finale, perché il meglio di sé sembra averlo già espresso e le premesse nel team Bahrain non sembrano delle migliori e più confortanti visto che si sta ancora decidendo chi possa essere il capitano tra lui, Santiago Buitrago e Jack Haig.

Tutto ciò non facilita di certo l'avvicinamento al Giro e delineare le strategie di corsa che presumibilmente si trarranno dopo le prime tappe in base ai risultati sul traguardo. Poche certezze, dunque per Caruso, nessuna per Giulio Ciccone. Era lui, il punto di riferimento su cui vertevano le speranze nel rivedere sulle strade d'Italia un nostro corridore che si batteva con i più forti del momento, puntando in alto e non solo per un giorno. Ma di Ciccone a una manciata di giorni dalla partenza non vi è traccia che possa partecipare: lo scorso 25 aprile è stato colpito dal Covid e le ultime notizie che lo riguardano hanno frenato anche i più ottimisti.

"Pensare a questo Giro oggi mi fa un gran male perché dopo aver sognato per mesi la Grande Partenza nel mio Abruzzo, adesso tutto questo rischia di svanire" ha raccontato il 28enne della Trek-Segafredo alla Gazzetta, oramai destinato a guardare dal divano la corsa in rosa. "Mi piange il cuore: di andare in bici non se ne parla, se possibile oggi le sensazioni fisiche sono ancora peggiori di prima. Non posso fare altro che stare a letto e riposare, monitorando la situazione di giorno in giorno".

Una maledizione per il classe '94 già protagonista sulle nostre strade dove ha vinto già tre tappe al Giro d'Italia (2016 2019, 2022), oltre alla classifica scalatori nel 2019. Si stava preparando al meglio per l'edizione 2023, partecipando alla Freccia Vallone e alla Liegi, trovando anche confortanti conferme alla Volta a la Comunitat Valenciana così come nella Volta Ciclista a Catalunya dove in entrambi i casi aveva trionfato nella 2ª tappa. Poi, il Covid che lo ha messo k.o. a 10 giorni dal Giro, in quella che sarebbe potuta diventare la sua edizione visto che le speranze italiane erano rivolte soprattutto a lui, visto che la gamba sembrava dei giorni migliori.

E adesso? Il ciclismo italiano rischia di stare a guardare tra invidia e delusione. Chi può farci esaltare c'è e si chiama Filippo Ganna, l'irriducibile tra i nostri big che si ripresenta pronto per prendersi il numero più alto possibile di vittorie, soprattutto prenotando le due cronometro individuali in programma: la prima, 1a tappa di poco più di 19 chilometri tra Costa dei Trabocchi e Ortona e la seconda, i 35 km della 9a frazione da Savignano sul Rubicone – Cesena. Più complicata – se non impossibile – la terza occasione di prendersi la vittoria, alla 20a tappa nella cronoscalata da 18km da Tarvisio a Monte Lussari che determinerà più che altro la classifica finale. Dove di italiani rischiamo di non vedere nemmeno l'ombra.

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