Pogacar travolgente al Delfinato, vince e si vendica: “Non mi piace, ma è il ciclismo moderno”

Tadej Pogacar si conferma il re del Delfinato imponendosi anche nella settima tappa in solitaria. Nella tappa regina del Critérium, lo sloveno ha staccato tutti partendo a 12 chilometri dal traguardo, sull'ultima delle tre salite di giornata. Ancora una prova di forza per il campione sloveno, che ha chiuso con 14’’ di vantaggio su Jonas Vingegaard, mentre Evenepoel è arrivato con un distacco di oltre 2’30.
Pogacar domina il Giro del Delfinato
Si tratta della 98ª vittoria da professionista per Pogacar, che continua a mandare segnali molto preoccupanti agli avversari in vista del Tour de France. Nemmeno nella tappa di 133,6 km, che ha toccato salite leggendarie come la Madeleine e il Col de la Croix de Fer, c’è stata storia: la frazione si è conclusa sull’ascesa finale di Valmeinier 1800. Alla vigilia dell’ultima tappa del Delfinato, la classifica generale parla chiaro.
Pogacar ha oltre un minuto di vantaggio su Vingegaard, 2’21’’ su Lipowitz e ben 4’11’’ su un altro dei suoi principali rivali, Remco Evenepoel, che anche oggi ha incassato una pesante lezione.
Pogacar polemico con la Visma
Nelle dichiarazioni post-gara, Pogacar ha ammesso di essere rimasto sorpreso dal vantaggio così ampio nei confronti degli avversari. Anche perché, nella parte finale, complice il caldo, ha deciso di gestirsi e non spingere al massimo, avendo già la corsa sotto controllo. E non è mancata una frecciata al team di Vingegaard, la Visma-Lease a Bike. Pogacar si è ritrovato isolato in cima al Col de la Croix de Fer, a 60 chilometri dal traguardo, circondato da tre corridori avversari.
Le cose si sono fatte delicate anche in discesa: "Visma ha attaccato in cima alla Croix de Fer e poi credo che volessero staccarmi in discesa, il che è stato un po' pericoloso nei primi chilometri. Non mi piace, ma questo è il ciclismo moderno". Tutto è andato comunque per il meglio: "Di fronte alla superiorità numerica dei Visma, mi sono detto che la miglior difesa era anticipare i loro attacchi. Così ci ho provato e sono molto contento di essere riuscito a mantenere la maglia gialla in questo modo"