Il finale assurdo della Vuelta: premiazione improvvisata in un parcheggio, frigoriferi come podio

L'epilogo triste e squallido della Vuelta ha fatto il giro del mondo, certificando la sconfitta del ciclismo di fronte alle proteste dei manifestanti: a Madrid, la corsa non è mai arrivata con l'organizzazione costretta a neutralizzare la parte finale dell'ultima tappa che doveva diventare passerella doverosa a Jonas Vingegaard, tinto di rosso. Invece nulla di tutto ciò: con la capitale spagnola sotto assedio dei ProPal, non solo non si è tagliato il traguardo ma la premiazione è stata "dirottata" in un parcheggio, improvvisata con un telone degli sponsor appiccicato sul fianco di un Van e dei frigoriferi a fare da podio.
La premiazione nel parcheggio, i frigo usati come podio: il fallimento della Vuelta
Uno dei tre Giri più importanti e prestigiosi del World Tour UCI ridotto ad una cora amatoriale della domenica pomeriggio. Così si è conclusa la Vuelta 2025, la gara più dilaniata e condizionata nella storia del ciclismo moderno, dalle sempre più feroci (e pericolose) proteste dei manifestanti ProPal, iniziate a contestazione della presenza del Team Israel tra gli iscritti e concluse con un'escalation di violenza nei confronti di tutti i ciclisti, incondizionatamente. L'emblematica istantanea che racchiude il fallimento totale è rappresentata dalla cancellazione della cerimonia ufficiale di premiazione, che poi si è svolta – quasi di nascosto – in una cornice tanto insolita quanto imbarazzante: in un parcheggio, quello dell'hotel in cui hanno alloggiato Visma | Lease a Bike e Q36.5. Trasformato per qualche istante in un podio improvvisato, con un cartellone pubblicitario appiccicato alla fiancata di un Van, i primi tre della classifica generale (Jonas Vingegaard, João Almeida e Tom Pidcock) hanno alzato i rispettivi trofei e hanno sorriso alle telecamere in piedi su alcuni frigoriferi portatili che si sono improvvisati come podio.
La paura nel gruppo: "Armati di chiodi e lattine, manifestanti pronti a tutto"
Un'immagine che è passata già alla storia, visto che il vero podio, preparato a Madrid con tutti i crismi richiesti dall'evento, è rimasto tristemente vuoto e isolato, abbandonato a se stesso, in balìa dei disordini causati dai manifestanti che avevano promesso e mantenuto il loro principale obiettivo: fermare la Vuelta prima dell'arrivo dell'ultima tappa. A nulla sono bastati oltre 2.000 poliziotti coadiuvati dalla Guardia Civil.
I racconti degli stessi protagonisti della Vuelta sono stati agghiaccianti, rivivendo la paura di nuovi e seri incidenti che hanno costretto l'organizzazione a prendere la più drastica delle decisioni, cancellando il circuito finale all'interno della Capitale spagnola: "Erano armati di lattine e chiodi" hanno dichiarato alcuni ciclisti, rivivendo attimi di puro panico all'idea di dover attraversare strade con i manifestanti ai bordi.
"Questo è uno dei pomeriggi più tristi che ricordi a Madrid" ha confermato il primo cittadino di Madrid. "A causa della violenza di queste persone, i ciclisti hanno dovuto interrompere la gara e rinunciare. I manifestanti erano violenti e incoraggiati dalle dichiarazioni di altri. Non avrei mai pensato che avremmo dovuto annullare tutto anche se eravamo preparati a simili proteste".