Zambrotta stranito dalla dieta di Cassano: “Alle 5 del pomeriggio litri di latte caldo schiumato”

La dieta e la corretta alimentazione nel mondo dello sport e in questo caso nel calcio può essere fondamentale. Ne ha parlato Gianluca Zambrotta, ex difensore dell'Italia campione del mondo ai Mondiali 2006 e che nella sua carriera ha giocato con Bari, Juventus, Milan e Barcellona. Proprio della sua esperienza in rossonero, legandosi al discorso riguardante la corretta alimentazione di un giocatore, Zambrotta ha ricordato i giocatori che l'avevano maggiormente colpito da questo punto di vista. Da una parte Antonio Cassano e dall'altra Superpippo Inzaghi.
Durante il podcast ‘DoppioPasso', Zambrotta ha spiegato cosa accadeva durante il ritiro quando la squadra si accomodava a tavolo per fare merenda oppure per pranzare a seconda di quando si dovesse giocare la partita: di giorno o di sera. "Ricordo Cassano che si faceva litri e litri di caffellatte anche prima di giocare – spiega -. Quando facevamo la merenda pre-partita intorno alle 17 del pomeriggio per giocare poi la sera, io mangiavo sempre pasta in bianco, pollo e bresaola, lui si faceva invece dei bicchieroni di latte caldo schiumato". Ma Pippo no: "Sempre le stesse cose".

Zambrotta spiega meglio la dieta di Pippo Inzaghi: "Era uno che come alimentazione mangiava sempre le stesse cose, più perché gli dava fastidio tutto a livello di digestione e quindi mangiava sempre la pasta in bianco con una spruzzata di salsa di pomodoro, un cucchiaio, e poi bresaola – ricorda -. Questo era il suo pasto in ritiro, era uno attento che non beveva alcolici, bibite gasate, si è sempre tenuto e anche adesso sembra uguale a prima tranne che per i capelli bianchi". Zambrotta ride e nel suo racconto poi aggiunge anche altri dettagli relativi all'ex attaccante.
Zambrotta ricorda la dieta sia di Cassano che di Blasi
"Lui mangiava le cose che non gli davano molto fastidio, cose sempre digeribili e leggere per evitare questo problema, era molto attento". Al contrario di Cassano: "Lui era un giocatore che vedendolo in campo non aveva bisogno di una dieta particolare, lui cercava di mettere a disposizione la sua qualità ma se avesse seguito una dieta più equilibrata magari poteva performare meglio". E poi ricorda anche un giocatore, Manuele Blasi: "Si mangiava l'impossibile tipo due o tre piatti di pasta, mangiava di tutto ma bruciava di tutto, correva tantissimo".