Sabatini e l’esperienza pre-morte in ambulanza: “Non vedevo più. La dottoressa diceva: non ce la fa”

Walter Sabatini è ospite a Viva el Futbol e fa venire i brividi addosso quando racconta il giorno in cui la morte gli ha sfiorato la mano e, per sua fortuna, l'ha lasciata andare. "Poi mi fermo qua e mi fumo una bella sigaretta… sintetica", dice il direttore sportivo che parla senza filtri di cosa accadde quel giorno in cui ha rischiato davvero di finire all'altro mondo. "Fa male! – gli dice Cassano – hai un figlio, la devi smettere con quella mer*a". "Eh… sì, lo so. Ma più rovinato di come sto non posso essere", è la replica del dirigente. "No, perché c'è sempre un rimedio riprenderci e stare bene", incalza l'ex calciatore.
Il racconto: "Mi sono avvicinato molto alla morte"
Il botta e risposta accompagna la narrazione del manager. "Non credo che succederà… però sto bene", e ragiona a voce alta, confessando le riflessioni più intime. "Tant'è che qualche volta mi viene il dubbio che non mi stanno cercando perché pensino che io stia male, perché d'altronde io non c'ho riservatezza. Io denuncio il mio male, come posso denunciare una camicia sbagliata".
Quel "sono stato malissimo" pronunciato durante la diretta del podcast fa accapponare la pelle. Sabatini sta per rivelare un momento difficile, quasi tragico, della sua vita. Si trovava in ambulanza e le sue condizioni erano tali che, nonostante fosse stordito, riuscì a captare il timore dei suoi soccorritori: credevano che non ce l'avrebbe fatta a superare la crisi e ad arrivare in ospedale ancora vivo. "Mi sono avvicinato molto alla morte – le parole del diesse – e non è stata una bella esperienza. Mentre ero in ambulanza ho sentito che la dottoressa diceva al mio medico personale che con me: non ce la fa, non ce la fa… non arriva… non ce la facciamo, non ce la facciamo!".

La corsa in ambulanza: "Non ce la fa! Non ce la fa!"
Sabatini poteva sentire tutto anche se privo di forze. "Io che non vedevo un ca**o perché ero quasi in coma, cercavo di dargli delle stampate e non la beccavo mai". Che scena terribile: stare coricati su una lettiga mentre l'autista del mezzo tormenta l'acceleratore per fare in fretta e recepire tutto quanto accade intorno, quando tutti ti ritengono finito o quasi… ecco perché spiega in maniera molto colorita quell'episodio, è un modo per sorridere di rimando alla morte che aveva visto con gli occhi. "Ero assolutamente lucido e volevo dare le stampate sulle gambe per dirle: tr**a, stai zitta! Sono ancora vivo, ca**o! Che continui a dire non ce la fa, non ce la fa!". Passata l'enfasi, il diesse descrive anche le sensazioni che si provano quando la scampi bella e comprendi qual è il vero significato della vita. "Poi dopo capisco che la vita è bellissima. Ogni tanto mi sento in pace, guardo fuori e dico: che bella luce, guarda che bella vita".
La chiosa è di Cassano, che non nasconde la commozione e, in maniera molto schietta, gli dà un consiglio sincero, come chi gli vuole bene per davvero: "E allora, visto che parli così e che mi fai emozionare… tu hai un figlio, togli quella me**a di sigaretta che hai in mano e pensa a tuo figlio. Toglila, che fa male. Toglila!".