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“Un rigore all’italiana”: Capello si lascia andare su Chiesa, poi ci ripensa

L’ex allenatore di Milan e Roma in diretta TV ha commentato anche il rigore assegnato alla Juventus nel corso del match di Champions League con lo Zenit e guardando le immagini del fallo su Chiesa Capello ha definito quel penalty: “Un rigore all’italiana”, salvo poi ricredersi dopo averlo rivisto: “No, è un rigore internazionale”.
A cura di Alessio Morra
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Grande notte di Champions per la Juventus, che ha servito il poker allo Zenit, ha giocato molto bene e si è qualificata per gli ottavi di finale con due turni di anticipo. Dybala protagonista con una doppietta e un'esultanza molto bella, ha imitato Platini. Federico Chiesa è tornato a segnare e si è procurato anche un calcio di rigore che ha fatto molto discutere e che Fabio Capello ha definito un ‘rigore all'italiana', salvo poi cambiare idea.

La Juve ha giocato davvero bene e ha chiuso il primo tempo sull'1-1, nella ripresa è tornata avanti ancora con Dybala, che ha trasformato un rigore che era stato conquistato da Chiesa. Dopo la partita l'ex allenatore di Milan e Real Madrid commentando quella decisione arbitrale fallo ha definito quello un rigore all'italiana, salvo poi tornare sui suoi passi. Perché Capello dopo averlo rivisto in TV ha dichiarato che il fallo c'era: "Un rigore all’italiana. C’è Chiesa che controlla, va dentro, si inserisce in mezzo a due giocatori e sembra che uno dei due lo tocchi. Viene toccato il suo ginocchio destro. Rivisto è rigore, può essere un rigore internazionale".

Quindi riguardandolo Capello lo ha definito da rigore il fallo su Chiesa, ma in un primo momento aveva parlato di: ‘rigore all'italiana'. E questa dei rigori assegnati con troppa leggerezza è una battaglia di Capello, che recentemente si è unito al coro di coloro che dicono che in Serie A si stanno assegnando dei rigori troppo leggeri, assegnati dopo contatti minimi, come è accaduto in Inter-Juventus per il fallo di Dumfries su Alex Sandro oppure in Napoli-Bologna per un fallo su Osimhen e anche per quello di Roma-Milan, decretato per un fallo di Ibanez su Ibrahimovic: "Il calcio è anche contatto e dinamica, la mia proposta è sempre stata di mettere un ex giocatore vicino al Var per far capire la dinamica di quanto succede e poi discutere di queste situazioni. Il calcio non è il basket, dove peraltro sono ammessi più contatti… Negli altri campionati internazionali questo non succede, in Italia invece continua a vedersi. C'è qualche arbitro che dirige in una certa maniera, che non fischia falletti e rigoretti".

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