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Un anno fa morì Reyes, il padre: “Vado al cimitero ogni giorno, mia moglie ha perso 40 kg”

Paco Reyes è il padre di José Antonio, l’ex calciatore del Siviglia morto il 1° giugno del 2019 in un incidente stradale. A un anno distanza da allora, il genitore ha raccontato come è cambiata la vita della famiglia, come il ricordo del figlio sia ancora vivo e quanto è forte il dolore. “Non ho mai più visto una partita di calcio”.
A cura di Maurizio De Santis
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Il 1° giugno di un anno fa José Antonio Reyes morì in un incidente stradale. L'ex calciatore del Siviglia finì fuori strada mentre era al volante della propria auto: l'impatto fu violento, lo schianto fatale. Il decesso avvenne sul colpo e da allora la vita per la sua famiglia, per i genitori che accolsero la notizia come un colpo al cuore, non ha più alcun senso. Per suo padre e sua madre è come se le lancette dell'orologio si fossero fermate a quel "maledetto" giorno quando tutto cambiò. Sarà un anniversario triste, emotivamente duro, per Paco: il papà dell'ex centrocampista ha parlato a Movistar e ha raccontato la propria angoscia, il dolore della moglie (provata nel fisico e nell'animo) e come l'esistenza dell'intera famiglia sia stata sconvolta.

Ogni giorno alle 9 del mattino mi reco al cimitero – ha ammesso il padre di Reyes -. Mia moglie, invece, quasi non esce più di casa. È molto addolorata, ha perso 40 kg. José è come se fosse sempre con noi, non ce la fai a dimenticarlo. Pensiamo a lui sempre, qui tutto ci ricorda di lui.

Paco – il papà di Reyes – non è mai più riuscito a guardare una partita di calcio. Non ce la fa, è più forte di lui ("da allora non vedo più gare di alcun tipo. Siviglia è stata tutto per mio figlio", ha confessato). Il volto di José gli ritorna davanti agli occhi e quel dolore che non s'è mai sopito diventa d'un tratto fortissimo. Al ricordo del padre di Reyes si aggiunge anche un pensiero speciale rivoltogli da ex compagno di squadra, Ivan Rakitic. Se un giorno dovesse tornare nel club andaluso (e non è detto che non accada adesso che a Barcellona il suo tempo sembra finito), s'è detto orgoglioso di poter "indossare la maglia di un amico. Sarebbe un onore per me avere il suo numero 10 sulle spalle".

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