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Ulivieri a testa bassa: “Courtois è stanco? Venga in conceria così capisce cos’è la fatica”

I calendari serrati tra campionati, coppe e nazionali alimentano le proteste dei calciatori e delle società per il tour de force che provoca stress e infortuni mettendo sotto pressione la condizione psicofisica. Nel mondo del calcio c’è chi la pensa diversamente e sta dalla parte del “popolo”. Ulivieri: “Ci pagano per giocare a pallone. La gente che lavora davvero è altra”.
A cura di Maurizio De Santis
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Calendari ingolfati tra campionati, coppe e finestre delle nazionali. Il calcio che cerca nuovi spazi d'investimento prova a occuparli tutti o quasi pur di drenare risorse. L'idea della Fifa di far giocare i Mondiali ogni due anni ha avuto un effetto devastante, è stato come gettare benzina sul fuoco. La reazione dei club, preoccupati per l'usura del capitale umano, e dei calciatori, sottoposti al tour de force di viaggi e partite aumenta il rischio di infortuni, sono le prime avvisaglie di una protesta che può allargarsi fino a decisione clamorose.

Difficile che l'opinione pubblica accetti "lamentele" del genere a fronte di contratti milionari e situazioni di privilegio/tutela distanti anni luce dalla quotidianità del "semplice" lavoratore. Difficile, quasi impossibile, che un messaggio del genere faccia breccia anche tra gli umori dei tifosi che nemmeno più riescono a vedere il calcio in tv per i disservizi dello streaming e dei servizi.

Al netto del folklore e delle reazioni di pancia, le parole di Thibaut Courtois offrono spunti di riflessione. "La Uefa non si preoccupa affatto di noi giocatori. Stiamo giocando troppo e farlo senza mai fermarsi porta a continui infortuni: non siamo robot, non riposiamo praticamente mai. Ha inventato anche una nuova competizione, la Conference… tutto solo per soldi".

Il malcontento, sia pure da prospettive e interessi differenti, vede saldate sullo stesso fronte le posizioni delle società e le istanze dei giocatori. Ma nello stesso mondo del calcio c'è chi la pensa diversamente e sta dalla parte del "popolo". A cominciare dal presidente dell'Asso-allenatori, Ulivieri. Il commento alle affermazioni di Courtois è durissimo, di quelli che solleticano la simpatia quando pensi agli ingaggi che strappano, con tanto di bonus e altre agevolazioni.

Io abito a San Miniato – ha ammesso Ulivieri a il Resto del Carlino – e da queste parti ci sono tante concerie. Questa è gente che lavora davvero, Courtois chieda a loro cosa sia la fatica. Capisco la fatica fisica… lo stress o che non si riesca a recuperare talvolta ma è pur vero che ci pagano per giocare a pallone.

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