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Tutti gli errori che hanno portato al declino della Juve nella spiegazione di Agnelli su Romero

Andrea Agnelli ha parlato all’assemblea degli azionisti della Juventus nella sala stampa dell’Allianz Stadium: oltre alle vicende giudiziarie sono stati affrontati anche temi ‘di campo’, ma alcune spiegazioni non hanno convinto i tifosi.
A cura di Vito Lamorte
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Andrea Agnelli, presidente dimissionario della Juventus, nella sala stampa dell'Allianz Stadium ha salutato l'ultima assemblea degli azionisti del club bianconero da lui presieduta con un lungo discorso e ha toccato tanti temi, partendo dalle dimissioni fino ad argomenti ‘di campo' e passando per le vicende giudiziarie che lo vedono coinvolto.

Dopo aver fatto un augurio al presidente designato Gianluca Ferrero e all’amministratore delegato designato Maurizio Scanavino, l'ex numero uno bianconero ha parlato della decisione di dimettersi: "Non è stata una decisione facile, mi sono impegnato al massimo sia sul campo sia fuori e sono stati anni straordinari. Al tempo stesso ho assunto questa decisione con convinzione e in piena serenità. Io, personalmente, sono fermamente convinto di aver operato bene e che i rilievi non sono giustificati, la nostra società dovrà continuare a tutelare gli interessi del club, per questa ragione, per spirito di servizio e attaccamento ai colori, ho deciso di fare un passo indietro anche per evitare che in futuro alcune mie prese di posizione potessero passare come scelte personali. La Juventus quindi viene prima di tutto e di tutto, fino alla fine".

L'assemblea degli azionisti ha approvato il bilancio 2021/2022, chiuso con una perdita di esercizio di oltre 238 milioni di euro: a favore il 99,6% dei presenti, contrari lo 0,3% .

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Durante l'assemblea, Agnelli ha risposto ad alcuni soci in merito ad alcune scelte che sono state fatte sul mercato negli anni scorsi: "Per quanto riguarda il campo uno cerca sempre di praticare sport per vincere. Quando uno sceglie dei giocatori lo fa perché ha la convinzione che siano i migliori da mandare in campo. C’è stata la critica su un giocatore (Romero n.d.r.) che non ha trovato posto nella nostra squadra. In quel momento in difesa c’erano Bonucci, Chiellini e De Ligt. Un centrale difensivo in quel momento avrebbe visto il campo col binocolo. Questo non vuol dire che non abbia espresso il proprio valore in Italia o Inghilterra, ma ci sono dei momenti in cui vanno fatte delle scelte. Le scelte sono sempre dipese dal responsabile dell’area sportiva. Il giorno in cui non avviene queste si deresponsabilizza una figura e arrivano i maggiori problemi. Questo è sempre stato il mio stile".

Una risposta che nessun si aspettava da parte dell'ex numero uno della Juventus, che non ha mai reagito alle critiche in merito alla gestione sportiva e alla mancanza di programmazione e visione degli ultimi tre anni. Sono stati diversi gli errori di mercato da parte dei bianconeri nell'ultimo periodo rispetto agli anni precedenti, tra parametri zero e investimenti costosissimi che in alcuni casi non si sono rivelati all'altezza: da Arthur a Kulusevski passando per Bentancur e Spinazzola fino, appunto, a Romero.

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Sempre in merito alla gestione sportiva, e non su altri temi, Maurizio Arrivabene si è espresso sul mancato rinnovo di Paulo Dybala e l'acquisto di Angel Di Maria. L'attuale amministratore delegato ha risposto alle critiche su queste operazioni di mercato che sono state accostate spesso e volentieri in questi mesi: "Le condizioni chieste da Dybala erano onerose e impegnavano il club a livello pluriennale. Di Maria ha dimostrato nell’ultimo Mondiale, l’abbiamo preso per un anno in cui doveva rappresentare e fare da mentore ai giovani che sono entrati. Parlo di Fagioli, parlo di Miretti, che dovevano ispirarsi ad un campione come lui

L'era di Andrea Agnelli si chiude con nove Scudetti consecutivi vinti e tante altre soddisfazioni ma con qualche situazione poco chiara su temi extra-campo che sono sotto la lente della Procura di Torino con l'inchiesta Prisma.

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