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Turchia senza ritegno: i giocatori festeggiano ancora con il saluto militare

Al termine della partita giocata e pareggiata allo Stade de France, la nazionale di Gunes ha festeggiato mostrando ancora una volta l’ormai famoso saluto militare. “La politica sta da una parte e il calcio da un’altra. Noi pensiamo solo a giocare, ma è chiaro che siamo molto vicini alla nostra nazione in questo momento difficile”., ha provato a spiegare Hakan Calhanoglu.
A cura di Alberto Pucci
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Nonostante le polemiche che hanno accompagnato la nazionale del commissario tecnico Gunes allo Stade de France, Calhanoglu e compagni si sono nuovamente esibiti nell'imbarazzante e aberrante saluto militare: diventato ormai tristemente famoso, dopo la decisione del governo di Erdogan di attaccare in maniera cruenta la popolazione curda. In occasione della gara di qualificazione ai prossimi Europei, non sono mancati momenti di grande tensione: specialmente al momento degli inni nazionali, quando la marcia dell’Indipendenza turca è stata accolta dai saluti militari dai numerosi tifosi turchi.

Al termine della partita, i giocatori hanno così festeggiato il prezioso risultato dirigendosi sotto il settore dedicato alla tifoseria ospite e mostrando nuovamente il saluto militare: una scelta che ora rischia di inasprire ulteriormente le critiche nei confronti della nazionale turca, già nel mirino di Uefa e Fifa per la loro scelta ‘politica'.

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Le parole di Hakan Calhanoglu

Dopo le molte richieste di cancellare la finale di Istanbul di Champions League del prossimo 30 maggio 2020, arrivate da più parti e anche dalla viva voce del Ministro dello Sport italiano, Vincenzo Spadafora, la Turchia ha dunque scelto di non dar retta all'imbarazzo e al fastidio generale di tutta Europa e di proseguire nel suo delirante appoggio ai militari turchi di Erdogan.

Fortemente contestato insieme ad altri suoi compagni, subito dopo la partita giocata con l'Albania, Hakan Calhanoglu ha però provato a smorzare i toni subito dopo il pareggio colto allo Stade de France: "Di questa cosa ne parlano tutti dopo ciò che è successo nei giorni scorsi, ma la politica sta da una parte e il calcio da un'altra – ha spiegato il milanista, ai microfoni di Sport Mediaset – Noi pensiamo solo a giocare, ma è chiaro che siamo molto vicini alla nostra nazione in questo momento difficile".

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