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Spalletti nella notte, orgoglio e dignità a Oslo: “Questa cosa mi manda in bestia”

Luciano Spalletti si presenta in conferenza stampa dopo Norvegia-Italia e si prende la responsabilità della disfatta: “Ma non c’è nessuna compassione da fare a nessuno, questo mi manda in bestia”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Neanche nei peggiori incubi si poteva pensare a una disfatta dell'Italia contro la Norvegia di queste proporzioni, non solo nel risultato (uno 0-3 umiliante) ma anche nel rapporto di forze evidenziato dal campo: di fronte c'erano una squadra che andava a mille e con grandi individualità e un'altra senza neanche uno straccio di idea collettiva o spunto singolo, per giunta col serbatoio della benzina completamente vuoto dopo una lunghissima stagione. Inutile invocare attenuanti come quest'ultima o anche i numerosi infortuni soprattutto in difesa: l'Italia non doveva trovarsi nella assurda condizione di essere già quasi sicuramente tagliata fuori dal primo posto del girone di qualificazioni mondiali addirittura dopo la prima partita, con la conseguenza di doversi ancora affidare ai playoff (e sappiamo com'è andata nelle ultime due fallimentari occasioni).

Spalletti dopo Norvegia-Italia: "Non c'è nessuna compassione da fare a nessuno"

Alibi del resto non li cerca neanche Luciano Spalletti, che nel dopo partita assume su di sé la responsabilità di un progetto che sta naufragando, dopo essere affondato già agli Europei contro la Svizzera. Dopo essersi presentato ai microfoni, il CT azzurro va in conferenza stampa nella notte di Oslo e rifiuta qualsiasi tipo di possibile supporto o peggio compassione, quando qualcuno dalla platea gli chiede se "interessa veramente il destino di questa squadra al sistema calcio italiano".

"Allora, polemiche poche – premette Spalletti, non volendo mischiare la politica sportiva con le cose di campo – Se mi sento solo? No, ma anche se fossi solo, sono il responsabile di questa cosa qui. Non c'è nessun altro responsabile, non c'è nessuna compassione da fare a nessuno. Quello che mi dà più fastidio è quando qualcuno mi fa capire: ‘Vengo in tuo soccorso perché da solo non ce la fai'. Questo mi manda in bestia, proprio per carattere, per l'età, per quello che ho vissuto. Sono passato da duemila situazioni e magari proprio per l'importanza che io gli avevo dato, venendo a lavorare e parlando in quella maniera di quello che era il poter vestire la tuta della nazionale, ci sono delle cose ancora più importanti che sono accadute nei club, che sono accadute durante una carriera di qualsiasi allenatore. Però poi una volta che si sceglie di indossarla, sei il responsabile".

Luciano Spalletti esce dal campo a capo chino dopo Norvegia-Italia
Luciano Spalletti esce dal campo a capo chino dopo Norvegia-Italia

Spalletti non si dimette ma parlerà con Gravina: "Bisogna che lo faccia"

Il 66enne allenatore di Certaldo non ha nessuna intenzione di dimettersi ma neanche di scaricare i propri calciatori: "Noi bisogna fare meglio, però io il gruppo lo difendo sempre e andrò a mettere mano e a dire qualcosa a quelli che, secondo me, non riescono ad arrivare al loro meglio. Perché noi, proprio per le caratteristiche di squadra, c'è bisogno che i calciatori diano il loro meglio individualmente".

Spalletti preannuncia poi un confronto col presidente federale: "Io vado avanti con questo gruppo qui, poi parlerò con Gravina, bisogna che ci parli. Di che cosa? Di tutto, su quella che è l'intenzione che ho, su quelle che sono le scelte che faccio e che ho fatto". Intanto tifosi e media chiedono proprio al capo del calcio italiano una scossa prima che sia troppo tardi, ovvero pensare a un avvicendamento sulla panchina dell'Italia.

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