video suggerito
video suggerito

Simeone spiega perché ha perso la testa con il tifoso: “C’è stato un gesto dopo gli insulti”

Dopo la partita Simeone ha provato a giustificare il gesto che lo ha portato all’espulsione: “Non posso dire nulla perché sono l’allenatore, ma non è facile ricevere insulti per tutta la partita”
A cura di Ada Cotugno
62 CONDIVISIONI
Immagine

Il finale di partita per l'Atletico Madrid è stato ad altissima tensione ed è sfociato in un accenno di rissa tra Diego Simeone e un tifoso del Liverpool: gli inglesi hanno vinto con un gol di van Dijk al 92′ e proprio in quel momento l'allenatore argentino ha perso le staffe e si è diretto da un uomo che era seduto alle sue spalle per affrontarlo faccia a faccia. È stato espulso e la sicurezza ha dovuto portarlo via per evitare una lite ben peggiore in un ambiente che ormai era diventato incandescente.

Il tecnico ha completamente perso la testa e si è scatenato, provando anche a giustificarsi con il quarto uomo Marcenaro che ha cercato di capire le sue ragioni. Troppo tardi, perché l'espulsione per il suo comportamento è stata inevitabile vista la situazione. In conferenza stampa Simeone ha provato a ricostruire tutto quello che è successo, spiegando perché è arrivato a litigare addirittura con un tifoso.

Perché Simeone ha affrontato il tifoso del Liverpool

È stata la scena più brutta di una partita ad altissima intensità e ricca di colpi di scena, un esordio con il botto per il Liverpool che ancora una volta ha strappato una vittoria nel finale. Purtroppo l'Atletico Madrid non è riuscito a completare la rimonta e nelle prossime gare non avrà Simeone in panchina che sarà certamente squalificato per qualche giornata dopo quanto accaduto ad Anfield. L'allenatore ha perso la testa con un tifoso che continuava a insultarlo e alla fine lo ha affrontato. A Movistar ha tentato di ricostruire tutto: "Siamo in una situazione in cui non abbiamo il diritto di reagire. Non è giusto reagire, perché siamo i protagonisti. Ma allo stesso modo in cui combattiamo il razzismo e gli insulti verso i giocatori, le panchine sono incollate (alle tribune) e non è facile ricevere insulti per tutta la partita. È arrivato il terzo gol e oltre agli insulti c'è stato un gesto, e io sono una persona".

L'argentino si scusa per il suo comportamento ma cerca anche di far comprendere la situazione difficile in cui si è trovato: "Non posso dire nulla perché sono l'allenatore. La mia reazione è ingiustificabile, ma dopo 90 minuti di insulti, non è facile. L'arbitro mi ha detto di capire la situazione. Spero che il Liverpool possa migliorare e, quando individuerà il colpevole, ci saranno delle conseguenze".

62 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views