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Russia, il VAR ferma il gioco e costringe l’arbitro a concedere 18 minuti di recupero

Durante la partita tra Rostov e Krasnodar, valida per l’ultimo turno di Prem’er-Liga russa, l’arbitro Vitaly Meshkov ha concesso ben 18 minuti di recupero alla fine del secondo tempo a causa delle continue interruzioni del VAR. Un ‘extra time’ che ha dato alla squadra di casa, non senza generare polemiche, l’opportunità di pareggiare su rigore al minuto numero 101.
A cura di Alberto Pucci
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L'Introduzione del Video Assistant Referee ha drasticamente cambiato il calcio. Ha aiutato gli arbitri in occasione degli episodi più difficili da valutare, ma allo stesso tempo ha anche costretto i direttori di gara a concedere lunghi ‘extra time' per recuperare tutti quei secondi preziosi che vengono persi durante il check degli uomini VAR e nell'eventuale e successivo on-field-review a bordo campo.

Se in Italia la media dei recuperi è di 6 minuti e mezzo a gara, negli altri paesi dove è entrato in uso il VAR la media rischia di essere anche più alta. Basti pensare al campionato russo, dove nella partita giocata nelle scorse ore tra Rostov e Krasnodar (valida per la Prem'er-Liga) sono stati concessi dall'arbitro Vitaly Meshkov ben 18 minuti di recupero alla fine del secondo tempo. Il motivo di tale decisione, che ha permesso al Rostov di pareggiare su rigore al minuto 101, è da ricercare proprio alle diverse chiamate del VAR: le ultime due arrivate oltre il 90esimo, di cui una decisiva per assegnare il penalty del pareggio alla squadra di casa.

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I 12 minuti di Parma-Cagliari e la notte da incubo di San Siro del 2001

I diciotto minuti di recupero, che hanno ovviamente fatto parlare e discutere, sono un vero e proprio record non solo per il massimo campionato russo. In Italia il recupero più lungo, da quando è in funzione il VAR, è stato invece quello di Parma-Cagliari del settembre 2019, quando l'arbitro Pasqua concesse 12 minuti aggiuntivi proprio per recuperare il tempo perso al VAR.  In passato, quando ancora la tecnologia video era soltanto un miraggio, tra i recuperi più lunghi spiccano i 10 minuti ‘extra time' di Inter-Alaves: ottavo di Coppa Uefa del febbraio 2001.

In quell'occasione, dopo il secondo gol degli spagnoli, i tifosi interisti protestarono vivacemente tirando in campo di tutto (un seggiolino finì addirittura sulla rete della porta dell'Alaves) e costringendo l'arbitro prima a concedere il maxi recupero e poi a sospendere definitivamente il match per la pesante contestazione. Una brutta serata che l'Inter pagò non solo con l'eliminazione dalla coppa, ma anche con la squalifica per due turni di San Siro.

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