Robin Van Persie prosegue la tradizione, fa debuttare il figlio Shaqueel: “Non da padre ma da tecnico”

I più famosi nella storia del calcio moderno sono sicuramente due leggende in assoluto come Johan Cruyf nei confronti di suoi figlio Jordy o come Zinedine Zidane che da allenatore fece de buttare i due suoi figli Enzo e Luca. Giovedì 28 novembre, questa tradizione si è riaggiornata grazie ad un'altra leggenda del calcio internazionale, Robin Van Persie, oggi sulla panchina del Feyenoord, che all'80' della gara di Europa League contro il Celtic ha gettato in campo il numero 49, dal nome pesante scritto sulle spalle: S. Van Persie, il figlio appena diciottenne.
L'esordio di Shaqueel Van Persie in prima squadra in Europa League: l'applauso del De Kuip
Quello del giovanissimo Shaqueel non è stato un esordio vincente, perché il Feyenoord è uscito malissimo dal match europeo contro gli scozzesi, perdendo 3-1 e subendo il tris proprio pochi istanti dopo la sua entrata in campo, avvebuta all'80', solo 2 minuti più tardi. Nessuna colpa del diciottenne attaccante olandese, che ha anche provato in un paio di occasioni a farsi vedere in area avversaria, ma pur sempre una durissima sconfitta che complica i piani del club. Gioia smorzata ma debutto che non è passato inosservato e che è stato accolto dagli applausi del De Kuip, da sempre teatro di gran calcio. E su Shaqueel si punta fortissimo perché oltre ad essere figlio d'arte ha i numeri dalla sua parte.
Robin Van Persie spiega l'esordio di Shaqueel: "Da allenatore, non da padre"
Shaqueel Van Persie gioca nel ruolo di attaccante e lo sta facendo bene: nelle giovanili del Feyenoord, ha già collezionato 30 gol, scalando le gerarchie prima in under 19, poi nella under 21 fino alla prima convocazione in prima squadra, lo scorso 24 novembre per la gara di campionato contro il NEC Nijmegen, restando per 90 minuti in panchina. 4 giorni dopo il debutto europeo: "Ho preso quella decisione da allenatore, non da padre, perché avevamo bisogno di un gol", ha spiegato nel post match Robin Van Persie. "Shaqueel è un giocatore che sa segnare da ogni angolazione. Ed è per questo che l'ho messo in campo. Dal punto di vista di un padre, quando tuo figlio fa il suo debutto è sempre un momento speciale, ma non sono riuscito a godermi quel momento, stavo facendo il mio lavoro."
La soddisfazione di papà Robin e Shaqueel Van Persie: "Realizzeremo solo a casa cos'è successo"
La soddisfazione è però stata reciproca: "Ora non sorrido molto, ma sono orgoglioso: non mi aspettavo di entrare, ma sentivo che stava avvenendo qualcosa. Di fronte ad uno stadio Kuip pieno, c'era un po' di tensione, ma è stato stimolante, non un ostacolo" ha raccontato il giovane Shaqueel che si godrà l'evento più tardi, a casa con papà Robin: "Per me Shaqueel è semplicemente uno dei miei giocatori, e stava gestendo la cosa molto bene. Più tardi, quando saremo a casa, ovviamente vivremo un bel momento, in cui saremo orgogliosi l'uno dell'altro" ha concluso il tecnico del Feyenoord.
Da Ferguson a Cruyf e Zidane, fino a Simeone: quando il calcio è un affare tra padri e figli
Non è la prima volta che un papà allenatore fa giocare nella propria squadra il proprio figlio. Shaqueel-Robin Van Persie è solamente l'ultimo anello di una catena che si allunga sempre più. Tra i casi più famosi, Johan e Jordi Cruyff ai tempi del Barcellona (54 presenze con papà Johan allenatore); Zizou Zinedine e i figli Enzo e Luca nel Real Madrid; Sir Alex col figlio Darren Ferguson (nel Manchester campione d'Inghilterra del 1994). E poi ancora Harry e Jamie Redknapp (al Bournemouth), Steve e Alex Bruce (116 partite insieme tra Birmingham e Hull City) fino all'attuale coppia di famiglia all'Atletico Madrid con Diego in panchina e Giuliano Simeone in campo.