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Portanova condannato per stupro, le motivazioni della sentenza: “Vittima trattata come un oggetto”

Sono state rese note le motivazioni della sentenza di condanna di Manolo Portanova, calciatore del Genoa nel giro della Nazionale Under 21, per stupro di gruppo.
A cura di Marco Beltrami
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Manolo Portanova è stato condannato a 6 anni di reclusione dal tribunale di Siena per violenza sessuale di gruppo ai danni di una ragazza romana. I fatti risalgono alla notte tra il 30 e il 31 maggio 2021 e vedono il coinvolgimento anche dello zio del centrocampista, Alessio Langella (di 23 anni), Alessandro Cappiello rispettivamente condannato e rinviato a giudizio, e di un ragazzo all'epoca 17enne che è stato giudicato dal Tribunale dei Minori di Firenze. Sono state rese di dominio pubblico le motivazioni della sentenza, con il calciatore che dal canto suo si è sempre dichiarato innocente.

Chi è Manolo Portanova. Figlio d’arte, il papà Daniele ha avuto una lunga carriera indossando le casacche anche di Fermana, Genoa, Cosenza, Avellino, Messina, Napoli, Siena e Bologna, Manolo (che come i fratelli Denis e William ha intrapreso la carriera nel pallone) è cresciuto nelle Giovanili di Lazio e Juventus. Dopo l’esordio tra i professionisti con la Juve Under 23, è arrivata anche la prima partite in Serie A in bianconero, con Massimiliano Allegri nel 2019. Nel 2020-2021 poi l’inserimento nei ranghi della prima squadra della Juventus, prima della cessione al Genoa per 10 milioni di euro. Al suo attivo anche tre presenze nella Nazionale Under 21.

Portanova in azione nell'ultima partita
Portanova in azione nell'ultima partita

In questa stagione si stava ben disimpegnando in rossoblu, con 14 presenze, un gol e due assist prima della sentenza del dicembre che ha spinto la società del capoluogo ligure ha lasciarlo fuori, non convocandolo. E infatti Manolo non gioca di fatto dal 4 dicembre. Nella finestra di mercato invernale, sembrava molto vicino il possibile passaggio al Bari, con i tifosi però biancorossi che si sono opposti con decisione, invitando il club a fare un passo indietro proprio per le vicende extracalcistiche.

Secondo la ricostruzione, Portanova, Langella, Cappiello e il quarto ragazzo avrebbero incontrato la ragazza in un appartamento non lontano da Piazza del Campo a Siena dopo che il calciatore e la stessa erano in contatto da tempo e si erano incontrati in una festa. Portanova e la vittima sarebbero rimasti soli in una stanza, dove poi si sarebbero concretizzati anche gli abusi del gruppo. A quanto pare la scena sarebbe stata anche ripresa da alcuni di loro. La ragazza ha sporto denuncia nei giorni successivi, e sono partite le indagini. Portanova che si è sempre dichiarato innocente, nel giugno 2021 era finito ai domiciliari, tornando in libertà dopo un mese, con il suo legale che aveva ottenuto il giudizio abbreviato. La sentenza per un Portanova che si è sempre dichiarato innocente prevede anche un risarcimento di 100 mila euro alla ragazza, 20 mila alla madre e 10 mila euro all'associazione parte civile Donna dopo che sono state accolte tutte le accuse del pm.

A distanza di tre mesi dunque sono state rese note le motivazioni della sentenza, a firma della giudice del tribunale di Siena, Ilaria Cornetti. Si legge nelle stesse che la vittima "manifestò la propria volontà di voler avere un rapporto sessuale solo con Manolo e di non volerne uno di gruppo con i quattro ragazzi". Una volontà ribadita più volte "in modo ripetuto e inequivocabile", con il suo "dissenso che è stato sin da subito, e per tutta la durata del rapporto sessuale di gruppo, evidente e manifesto". I giudici hanno spiegato che è stata "raggiunta la prova della responsabilità penale degli imputati".

Entrando nello specifico dei fatti di quella notte da incubo, si evidenzia come la ragazza sia stata "trattata come un oggetto" per quello che è stato un vero e proprio incubo "durato tra i 40 e i 60 minuti… fatto di rapporti sessuali ripetuti e non consenzienti, schiaffi e violenze". A quanto pare i 4 ragazzi, scrive la giudice "non hanno voluto nemmeno concedere alla giovane una bottiglietta d’acqua. Che per due vuole le è stata passata sì, ma vuota".

Secondo la ricostruzione riportata nella sentenza "appena altri due sono entrati nella stanza si è bloccata, ha cercato di capire cosa stesse succedendo, ha chiesto e chiesto ancora che se ne andassero". Uno dei quattro l'avrebbe trattenuta "con le proprie braccia", vanificando i suoi tentativi di sottrarsi. La ragazza, si legge ancora ha "tentato di muoversi per sottrarsi, ha chiesto dell’acqua, ha finto di stare male, ha domandato che chiamassero la sua amica, ha colpito Manolo sulla pancia dove si era appena fatto l’ultimo tatuaggio, infine ha rinunciato a reagire e passivamente, come un automa, ha fatto quello che le è stato chiesto di fare ed ha subito quanto i ragazzi hanno posto in essere". 

Per quanto riguarda invece Portanova, nelle motivazioni si legge come "abbia fatto finta di difenderla dall’arrivo dei suoi tre amici per il rapporto sessuale di gruppo dicendogli sì di uscire dalla stanza, ma facendolo ridendo. Tanto che poi si è unito a loro nello stupro". Il legale che difende Portanova ha già annunciato il ricorso tribunale di Firenze, puntando sugli elementi che a suo dire dimostrano l'innocenza del suo assistito e che non "sono stati presi in considerazione".

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Questo il commento del calciatore in una delle sue stories di Instagram: "Ho superato tante difficoltà nella mia vita ma mai mi sarei immaginato di dover affrontare un periodo come questo. Sento e leggo una storia che non conosco, che non si avvicina lontanamente alla realtà e mi chiedo ogni giorno perché è successo a me. Presto ci sarà modo di dire la mia versione documentando con prove e non con ipotesi. Per la mia famiglia, per il mio club, per la mia vita credevo che rimanere in silenzio e dar fiducia alla giustizia fosse la cosa più giusta ma adesso purtroppo mi sono reso conto che il silenzio ha presentato un contro troppo salato che non sono più disposto a pagare. A presto, vi abbraccio. Manolo Portanova". 

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