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Perché Pafundi non gioca nell’Udinese nonostante a 17 anni faccia cose pazzesche

Perché Pafundi non gioca nell’Udinese nonostante a 17 anni faccia cose pazzesche? Un caso più unico che raro e tutto italiano: c’è qualcosa che non torna nel suo percorso e bisogna capirlo subito.
A cura di Vito Lamorte
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Simone Pafundi è un caso più unico che raro. Il calciatore classe 2006 viene considerato uno dei talenti più puri del calcio italiano ma con l'Udinese non gioca praticamente mai. Nell'ultima uscita con la Nazionale Under 19 ha firmato una doppietta contro la Svezia, che ha permesso agli Azzurrini di difendere il secondo posto nel girone e di conquistare l'accesso alla Fase Elite di qualificazione agli Europei di categoria che si terranno in Irlanda del Nord, ma la giocata del primo gol ha lasciato tutti a bocca aperta e ha riaperto di nuovo il dibattito: perché non trova spazio nel suo club?

Una domanda a cui è difficile rispondere, visto che l'Udinese in questo inizio di stagione ha fatto piuttosto male e solo il cambio di allenatore ha dato una piccola scossa all'ambiente friulano: dall'arrivo di Cioffi in panchina al posto di Sottil sono arrivati due pareggi (Monza e Atalanta) e la clamorosa vittoria a San Siro contro il Milan, escludendo l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Cagliari, ma lo spazio per Pafundi sotto entrambe le gestioni è stato davvero ridotto al lumicino.

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Fino alla sosta di novembre per le nazionali il suo impiego è stato di 60 minuti complessivi così distribuiti: 7 in campionato contro la Fiorentina a settembre e 53 contro il Cagliari in Coppa Italia da subentrato. Stop.

Proprio questa scarsa propensione da parte degli allenatori dell'Udinese è un campanello d'allarme importante per il talento nato a Monfalcone: probabilmente in qualsiasi altro paese d'Europa si giocherebbe il ruolo di esterno alto in un 4-3-3 o in un 4-2-3-1 mentre da noi non riesce a ritagliarsi lo spazio giusto per poter mettere in mostra le sue qualità e per continuare la sua formazione.

Abbiamo visto Gavi lanciato da Luis Enrique a 17 anni con la nazionale spagnola o altri calciatori come Pedri, Musiala e Bellingham conquistare posti in squadre blasonate d'Europa grazie alla fiducia dei loro allenatori ma in Italia, evidentemente, non siamo ancora pronti.

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Roberto Mancini credeva tantissimo in Pafundi e lo convocato in più di un'occasione, facendolo anche esordire con la maglia della Nazionale. Il Mancio non ha mai avuto dubbi sulle qualità del ragazzo: "Prima Pafundi, poi tutti gli altri: questa è la mia idea quando scrivo la lista. Ha qualità incredibili, è un ragazzo che ha compiuto adesso 17 anni e la speranza è che possa giocare in Serie A ed essere un calciatore della Nazionale per i prossimi 20 anni. Crediamo molto in lui".

Luciano Spalletti ha ridimensionato un po' questa situazione surreale, dato che ci siamo ritrovato più di una volta con  un ragazzo del 2006 convocato con la Nazionale A ma mai presente in campo con il suo club: probabilmente lo spazio per lui ci sarà ma, al momento, il nuovo CT ha bisogno di certezze e di lavorare sugli uomini con cui affronterà l'Europeo la prossima estate.

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Chi dovrebbe contribuire alla crescita, però, non lo utilizza praticamente mai e le parole dei due allenatori che l'Udinese ha avuto in questa stagione dicono un po' tutto sulla loro considerazione per Pafundi. Sottil si esprimeva così su di lui la scorsa primavera: "Pafundi è un ragazzino del 2006 che l'anno scorso giocava solo in Primavera. Lo abbiamo aggregato quest'anno a pieno regime in prima squadra, su di lui c'è un progetto importante. Gli sto facendo fare gli step giusti per crescere serenamente. Sono d'accordo con Mancini quando dice che è un patrimonio per l'Udinese e il calcio italiano, ma ci sono giocatori che sono titolari e che hanno più esperienza. Nazionale? Per il club e per lui è un motivo di grande prestigio. Sono stra-felice che sia stato convocato. Ma, ripeto, è un 2006 e ha bisogno di fare gli step giusti. Poi non sto a giudicare le scelte di Mancini, noi stiamo facendo con lui un percorso di crescita rispettando tutti gli step. Dev'essere poi bravo lui a gestirla meglio".

Cioffi, invece, ne ha parlato così al suo ritorno sulla panchina bianconera: “Ho lasciato Pafundi che era un bambino, l’ho fatto esordire perché ritenevo giusto vedere il suo talento in mostra in Serie A. Ora è un ometto, si allena bene, è pronto, faccio scelte e deve aspettare, però si è fatto trovare a disposizione e stiamo già parlando di come migliorare”.

Nel corso della gara di Coppa, quando ha preso il posto di Thauvin, il tecnico gli ha affidato la fascia di capitano anche se era il giocatore più giovane in campo in quel momento: una scelta che può volere dire molte cose ma, adesso, bisognerà vedere se e come verrà impiegato alla ripresa del campionato. Da quando è arrivato Cioffi in Serie A non l'ha mai fatto giocare e ha ribadito "non so quanto spazio avrà".

Simone Pafundi ha debuttato in Serie A nella scorsa stagione nella partita tra Salernitana e Udinese.
Simone Pafundi ha debuttato in Serie A nella scorsa stagione nella partita tra Salernitana e Udinese.

Finora il rapporto tra Simone Pafundi e l'Udinese ha lasciato diversi dubbi e non è detto che se la situazione non dovesse cambiare nelle prossime settimane il calciatore non possa chiedere la cessione già a gennaio. La speranza è che con l'arrivo di Cioffi la sua situazione possa cambiare, ma se così non sarà il classe 2006 potrebbe uscire allo scoperto e chiedere alla famiglia Pozzo di andare via, nonostante il recente rinnovo di contratto.

Da protagonista con l'Italia nell'ultimo Mondiale Under 20 e pupillo dell'ex CT Roberto Mancini a riserva fissa a Udine. C'è qualcosa che non torna nel percorso di Pafundi e bisogna capirlo subito, prima che sia tardi.

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