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Perché neanche le nuove regole Uefa possono impedire l’accordo esagerato tra Mbappé e il PSG

Finita l’era del fair play finanziario, il tetto di spesa per i club si basa sui ricavi e sarà definitivamente effettivo dal 2025, quando Mbappé sarà libero.
A cura di Benedetto Giardina
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Mbappé resta al Paris Saint-Germain e la Liga insorge. Il Real Madrid lo voleva ad ogni costo, ma l'offerta qatariota ha convinto il fenomeno transalpino a restare nei confini nazionali, facendone quasi una questione di onor di patria, come se dietro non vi fosse un contratto mai visto prima nel mondo del calcio. Anche a Madrid erano pronti a fargli ponti d'oro, chiaramente, ma la narrazione s'è spostata ben presto sul monitoraggio delle finanze del Psg. Come se non si conoscessero le nuove norme adottate dalla Uefa, che porteranno alla fine (già dichiarata) del fair play finanziario. Norme che, per inciso, permettono ai campioni di Francia di tenere in squadra tutti i pezzi da novanta messi sotto contratto negli ultimi anni. Almeno per ora, perché i nuovi tetti di spesa verranno introdotti gradualmente negli anni a venire. Intanto, Mbappé resta a Parigi fino al 2025, ovvero fino alla stagione in cui i regolamenti imporranno ai club un limite nei costi per la rosa pari al 70% dei ricavi.

Quanto spende il Paris Saint-Germain per gli stipendi

Secondo quanto riportato a febbraio dall'Équipe, la massa salariale del Paris Saint-Germain nell'ultima stagione dovrebbe aver raggiunto i 629 milioni di euro, cifra però contestata dal club, secondo cui invece il dato andrebbe rivisto a 585 milioni di euro. Sempre più di quanto speso nel 2021, prima di portare a casa Messi, Sergio Ramos, Donnarumma e Hakimi per intenderci: nella stagione che ha preceduto quella appena conclusa, i costi per il personale erano pari a 503,2 milioni di euro. Ora, con il rinnovo di Mbappé, il tetto ingaggi è destinato ad aumentare ulteriormente, sebbene le voci sulle cifre non siano state confermate né dal diretto interessato, né dal presidente del club, Nasser Al-Khelaifi, intervenuto in conferenza stampa al fianco del calciatore per annunciare il prolungamento dell'accordo fino al 2025. Un rinnovo a breve termine che lascia, di fatto, la porta aperta ai corteggiatori per il prossimo futuro.

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I circa 12 milioni netti (praticamente il doppio, al lordo) sono ormai un ricordo per Mbappé. Le indiscrezioni emerse nelle ultime settimane si aggirano tra i 50 e addirittura i 100 milioni annui di stipendio per l'attaccante della nazionale francese, campione del mondo con la Francia nel 2018 e stella del Paris Saint-Germain dal 2017, ovvero da quando il club della capitale lo prelevò dal Monaco dopo una stagione da urlo al suo primo vero approccio col calcio dei grandi. Prendendo per buone quelle cifre, come stipendio netto, l'aumento del tetto ingaggi del Psg potrebbe aggirarsi tra gli 80 e i 175 milioni di euro solo col rinnovo di Mbappé, senza nemmeno prendere in considerazione il bonus alla firma, per il quale sono state riportate anche in questo caso diverse versioni (100 o 300 milioni? Ma soprattutto, pagato dal Paris Saint-Germain o da qualche sponsor?). Partendo dai 585 milioni dell'ultima stagione, dunque, si potrebbe arrivare a spanne a circa 760 milioni di euro, da alleggerire con diverse uscite: il contratto da circa 12 milioni annui di Di Maria va in scadenza, poi non mancano gli esuberi da piazzare altrove.

Il Paris Saint-Germain può permettersi questi ingaggi?

Volendo anche ipotizzare un tetto ingaggi da 700 milioni di euro, si tratterebbe di una cifra mostruosa. Anche per un club come il Paris Saint-Germain, specialmente in tempo di pandemia, per quanto gli stadi siano ormai aperti al pubblico e i ricavi stiano tornando ai livelli di un tempo. In questo senso, il Psg potrebbe anche attendersi un aumento delle entrate nei prossimi mesi, con i dati del botteghino da attualizzare. Nel 2021, infatti, il pubblico ha portato nelle casse parigine meno di un milione di euro. Nulla a che vedere con i 38 milioni del 2020 o, meglio ancora, con i 50,5 milioni della stagione 2018/19, l'ultima in cui non sono state prese misure restrittive per contenere il diffondersi del Covid-19. In quell'anno, il Psg ha avuto ricavi per 658,7 milioni di euro, senza tener conto delle operazioni di mercato. Però con 156,6 milioni dalle tv e 195 milioni dagli sponsor, due voci che nel 2021 si sono innalzate rispettivamente a 201,8 e 290,2 milioni di euro, per un totale di oltre 140 milioni in più.

Previsioni per il futuro, è impossibile farne. Si possono però calcolare due possibili estremi, da queste cifre. I conti della stagione pre-pandemica, che pure prevedevano «altri ricavi» per 256,6 milioni di euro (ridotti a 76,8 milioni nel 2021), con introiti televisivi e da sponsor attualizzati al dato più recente schizzerebbero quasi a quota 800 milioni di euro. Quelli dell'ultimo anno, col botteghino del 2019 (dunque 50,5 milioni), si attesterebbero soltanto a 620 milioni di euro. Uno scarto rilevante, perché tra un estremo e l'altro ballano circa 180 milioni di euro, proprio quella differenza che c’è alla voce «altri ricavi» tra le due annate. Quel che è certo è che con l'estremo più alto, il Psg potrebbe permettersi di pagare Messi, Neymar, Mbappé e tutto il resto della compagnia, pur dovendo fare i conti con i nuovi regolamenti Uefa. Lì bisognerà considerare anche le spese per i procuratori (28,5 milioni nel 2021) e gli ammortamenti (142,1 milioni nel 2021), che tenute su queste ultime soglie riporterebbero i costi per la rosa oltre il 100% del fatturato, anche nella più rosea delle ipotesi.

Cosa può fare il Psg con le nuove norme Uefa?

Le nuove norme, che avranno efficacia a partire dalla stagione 2023/24, prevedono diversi step per le limitazioni di spesa. Al primo anno, non si potranno sostenere costi per stipendi, ammortamenti e agenti superiori al 90% del fatturato. Al secondo, il tetto scende all'80%. Al terzo, Mbappé sarà libero di firmare un altro contratto (anche con un'altra squadra), perché l'accordo attuale termina nel 2025 e lì il Paris Saint-Germain dovrà rientrare in una soglia del 70%. Se le entrate dovessero raggiungere gli 800 milioni di euro, in sostanza, tra stipendi, agenti e ammortamenti non si potrà spendere più di 560 milioni di euro. E questa cifra, a Parigi, la superano solo con gli ingaggi annui dei giocatori attualmente in organico.

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Ma quello non è un problema da affrontare adesso, tanto più se si considerano le scadenze dei contratti di Neymar (2023) e Messi (2023 con opzione fino al 2024). Quel che conta è l'anno zero, ovvero la stagione 2022/23, in cui i parigini possono permettersi di tenere tutti quanti. Dal 2023/24 si ragionerà su Neymar, ma con la soglia fissata al 90% tutti i gioielli hanno delle chance di restare in cassaforte. Dal 2024 in poi, avrà senso pensare a cosa potrà fare la Uefa, che ha comunque previsto la possibilità di sforare fino a 70 milioni di euro in tre anni per i club virtuosi. Per almeno due stagioni, dunque, a Parigi possono godersi Mbappé e tutti gli altri. Per il terzo anno si vedrà, tant'è che a Madrid già si ipotizza un possibile ritorno di fiamma sul mercato in tempi brevi. Anche al Real, però, bisognerà fare attenzione alle regole.

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