Perché la Supercoppa Italiana si gioca in Arabia Saudita e quando tornerà a disputarsi in Italia

Perché la Supercoppa italiana si gioca in Arabia Saudita? Basta seguire i soldi e si avrà la risposta certa, poiché le ragioni di una scelta del genere sono legate essenzialmente a ragioni economiche e all'opportunità di aprirsi a nuovi mercati, fonti d'investimento oltre all'obiettivo di dare sempre maggiore visibilità al prodotto calcio nazionale. Motivi per i quali è stata modificata anche la formula, passata dalla gara secca (tra la vincente dello scudetto e della Coppa Italia) alla Final Four (che tira in ballo le prime 2 classificate della Serie A e le due finaliste del trofeo tricolore). Più difficile, invece, dare un riscontro altrettanto sicuro al quesito su quando il trofeo potrà tornare in Italia. Non c'è una data precisa e, forse, nemmeno l'intenzione al momento. In teoria anche l'anno prossimo (ma le intenzioni sono differenti), al netto del contratto pluriennale con il Public Investment Fund (PIF) saudita e le autorità sportive del Paese che ha opzionato un certo numero di edizioni entro un determinato periodo di tempo. Un'intesa che garantisce alla Serie A circa 23 milioni di euro per ogni edizione ospitata a Riyad.
Il contratto con l'Arabia Saudita e gli introiti economici
Voci come diritti tv, sponsorizzazioni, montepremi elevati alimentano i compensano economici, garantendo per la Lega Serie A e per i club partecipanti ricavi sempre maggiori. E tanto basta a dare la lettura più fedele all'opportunità di andare all'estero per la Supercoppa italiana, passando sopra anche alle proteste dei tifosi (penalizzati da scelte logistiche del genere) e alle polemiche generate dal vedere i match disputati in stadi semivuoti e con tifosi finti. Quanto all'Arabia l'accordo siglato si inserisce in una strategia precisa, la stessa che ha spinto ad avere in patria anche la Supercoppa spagnola: promuovere il Paese in vista anche dei Mondiali 2034.

L'attuale contratto, rinnovato nel 2023, prevede che 4 edizioni su sei (fino al 2029 circa) si disputino in Arabia Saudita, con un valore complessivo stimato intorno ai 92 di euro. Per questo motivo, anche l'edizione in corso (con la finalissima tra Napoli e Bologna) è di scena a Riyad e mette in conto guadagni importanti: 22,5 milioni di euro complessivi, di cui 2,4 alle semifinaliste sconfitte per la partecipazione, 6,7 alla finalista perdente e 11,5 alla finalista vincente (9,5 per il trofeo più 1,5 bonus per un'amichevole contro i campioni della Supercoppa Saudita).
Quando la Supercoppa può tornare in Italia, non c'è una data precisa
Non c'è una data certa per il ritorno della Supercoppa italiana. L'accordo lascia spazio a due edizioni "altrove" (potenzialmente in Italia oppure in altri Paesi) entro il 2029, ma non è stato ancora definito il calendario preciso. Molto dipenderà dalle decisioni future che la Lega Serie A prenderà in base alle migliori opportunità finanziarie. "L'anno prossimo non si giocherà in Arabia Saudita – ha anticipato Luigi De Siervo, CEO della Lega Serie A -. Washington? Abbiamo tante offerte, anche e soprattutto da Asia e Medio Oriente". Parole chiare: il fatto che il trofeo non sarà disputato di nuovo in Arabia non significa automaticamente che lo sarà in Italia. Anzi, le sedi internazionali da valutare sono anche altre.