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Perché la Serie A riparte proprio oggi con 10 partite spalmate in un giorno lavorativo

La Serie A ritorna in campo oggi, mercoledì 4 gennaio con 10 partite disseminate in 5 slot orari differenti, tra le 12:30 e le 20:45. Un’abbuffata di calcio in un giorno lavorativo che ha suscitato qualche perplessità e alcune polemiche. Ecco perché la scelta della Lega è stata quasi obbligata.
A cura di Alessio Pediglieri
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La Serie A torna in campo e lo fa con dieci partite in un solo giorno disseminate in cinque slot orari differenti il 4 gennaio. Che non è un giorno festivo ma un normale mercoledì lavorativo che metterà a dura prova i tifosi e gli appassionati che dovranno gestirsi tra i vari impegni quotidiani e gli orari di inizio delle gare. Una data che ha suscitato qualche malumore di troppo e alcune polemiche, eppure la scelta della Lega è stata quasi obbligata e fondata su motivazioni più che plausibili.

Due i temi che stanno tenendo banco: perché si è scelto un giorno feriale? Perché le partite non sono state fatte disputare tutte nelle ore serali? Due domande che richiedono una spiegazione definitiva e che si sviluppa nelle pieghe dei regolamenti in atto, del buon senso e delle esigenze di mercato. Innanzitutto, la data di mercoledì 4 gennaio era obbligata da un calendario che in questo modo ha permesso di poter inserire un'ulteriore data, quella del weekend del 7-8 gennaio. Se si fosse deciso di fare giocare la Serie A venerdì 6 gennaio, ovvero come da tradizione durante l'Epifania, non sarebbe stato possibile non essendoci spazio per fare riposare le squadre. Ed è per questo che si è scelto il canonico mercoledì, giorno di metà settimana, pur essendo lavorativo.

Una scelta dettata anche dal buon senso altrimenti si sarebbe vissuto un problema organizzativo non indifferente visto che dal prossimo 10 gennaio ripartono anche gli incontri di Coppa Italia, con gli ottavi di finale e le big che esordiscono nel torneo nazionale. Tutto ciò avrebbe comportato in modo inevitabile ulteriori tour de force successivi e comunque un nuovo turno infrasettimanale quasi impossibile da inserire fra le varie coppe nazionali e internazionali. Così si è optato per il 4 gennaio, chiedendo un piccolo sacrificio a tutti i tifosi che, però, dovranno fare i conti con gli orari delle gare.

Anche in questo caso, la scelta della Lega è stata pressoché obbligata visti i regolamenti in atto. In particolare quello che vieta di far disputare non più di tre partite in contemporanea, allo stesso orario. Un obbligo che durerà almeno fino al prossimo 2024 e che è stato vidimato per salvaguardare i broadcaster che detengono i diritti della Serie A, in questo caso Sky e DAZN. La certezza di non avere un intasamento di match sovrapposti permette infatti di dare più visibilità alle singole squadre, sfruttando di fatto gli slot orari prestabiliti. Che, nel caso di mercoledì 4 gennaio saranno ben cinque: 12:30, 14:30, 16:30; 18:30 e 20:45. Ognuno vedrà solamente due partite contemporanee salvaguardando i diritti di tutti. Ci sarebbe potuta essere un'alternativa, ovvero quella di spalmare la 16a giornata in due giornate, martedì 3 e mercoledì 4 gennaio, ma anche in questo caso si sarebbe dovuti fare iniziare almeno tre partite comunque, alle 18:30.

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