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Perché Kulusevski non ha esultato dopo il gol allo Zenit: un silenzio pieno di rabbia

Dejan Kulusevski ha segnato il suo primo gol in Champions League regalando la vittoria alla Juventus sul campo dello Zenit a pochi minuti dalla fine. Nonostante l’importanza della rete appena segnata lo svedese non ha esultato in risposta alle tante critiche ricevute, segno di una rabbia dettata dalle difficoltà di vario tipo incontrate fin qui nella sua avventura in bianconero.
A cura di Michele Mazzeo
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Un gol fondamentale per la qualificazione, primo sigillo in Champions League, eppure dopo aver segnato la rete dell'1-0 contro lo Zenit che ha dato la terza vittoria in tre gare Dejan Kulusevski ha deciso di non esultare, restando fermo e in silenzio anche quando i compagni di squadra lo hanno raggiunto per festeggiare insieme colui che con il suo colpo di testa a quattro minuti dal novantesimo ha sbloccato una partita che sembrava ormai indirizzata sul pareggio a reti inviolate.

"Ho avuto paura quando ho visto la palla andare sul palo, ma poi è entrata. Sono molto contento per il mio primo gol in Champions League e della stagione" è stato il laconico commento di Kulusevski ai microfoni di Amazon Prime Video al termine del match che lo ha visto grande protagonista. Una contentezza che però non si è vista al momento del fondamentale centro contro lo Zenit.

Ma qual è il motivo della sua non esultanza dopo il gol contro lo Zenit? Probabilmente è la conseguenza di tutte le critiche ricevute dal suo arrivo in bianconero con i tifosi che gli contestano la grande discontinuità e la poca presenza nei momenti fondamentali (anche oggi prima del gol sui social network erano tantissime le critiche ad Allegri per averlo mandato in campo). Ma è anche una rabbia frutto delle difficoltà incontrate in questo suo anno e mezzo alla Juventus dove era arrivato con molte aspettative dopo i 44 milioni di euro pagati all'Atalanta per ingaggiarlo dopo la grande stagione al Parma, aspettative che ha spesso disatteso. Non sempre però per colpa sua dato che sia sotto la gestione Pirlo che sotto quella Allegri non è mai stato considerato un titolare, ma piuttosto un dodicesimo uomo, e soprattutto non è ancora stato messo nelle condizioni di capire qual è il suo vero ruolo venendo schierato a volte come ala destra, a volte a sinistra, in altre occasioni seconda punta o trequartista e ogni tanto addirittura da mezzala.

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Una situazione che dunque sembra aver destabilizzato Dejan Kulusevski che ad appena 21 anni (è un classe 2000) si ritrova a dover gestire quel peso dettato dall'enorme investimento fatto su di lui da parte della Juventus. Non sorprende dunque la non esultanza carica di rabbia dopo il primo importantissimo gol in Champions League che ha regalato la vittoria ai bianconeri contro lo Zenit. Una rete che però potrà rappresentare il punto di svolta dell'avventura torinese dello svedese che in quanto a maturità sembra già essere a buon punto come dimostra la sua analisi al termine della gara della Gazprom Arena: "Non ho sentito il peso della responsabilità, sono entrato nella partita, ho provato a fare la differenza, non ci sono riuscito all'inizio, era molto difficile giocare. Però devi essere sempre pronto, perché la palla può arrivare in ogni momento e poi mi sono fatto trovare pronto al momento giusto. Abbiamo giocato male però è una forza grandissima vincere anche quando giochi male".

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