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Perché Israele gioca con il lutto al braccio contro l’Italia nella partita di qualificazione ai Mondiali

La nazionale di Ben Shimon a chiesto e ottenuto dalla Uefa di scendere in campo con la fascia nera in segno di lutto per le vittime dell’attacco terroristico avvenuto a Gerusalemme.
A cura di Maurizio De Santis
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La fascia nera al braccio in segno di lutto. Perché Israele la indossa nella partita di qualificazione ai Mondiali 2026 contro l'Italia? La selezione mediorientale va in campo così nella sfida con gli Azzurri, lo fa nel bel mezzo delle polemiche internazionali per la Guerra a Gaza e di quanto accaduto questa mattina a Gerusalemme. Il sì da parte della Uefa, che ha accolto la richiesta della selezione di Ben Shimon, è arrivato nelle ultime ore. La Federazione lo ha concesso in segno di cordoglio e commemorazione: a causa di un attacco terroristico avvenuto nel Nord della città, e rivendicato da Hamas ha definito un "atto eroico" , hanno perso la vita sei persone.

Israele col lutto al braccio per le vittime dell'attacco terroristico a Gerusalemme

Sono sei al momento le vittime accertate dalle autorità israeliane, per le quali la nazionale ha chiesto e ottenuto di giocare col lutto al braccio contro gli Azzurri (a Debrecen, in Ungheria, in campo neutro). Di queste sei, sono stati resi i nomi di quattro delle sei vittime: si tratta del rabbino Levi Yitzhak Fash; di Yaakov Pinto, residente a Gerusalemme di 25 anni; del rabbino Israel Menatzer, di Ramot, 28 anni; del rabbino Yosef David, di 43 anni.

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Intanto, continua l'operazione militare da parte dello Stato ebraico nella striscia e nei territori, tanto che il numero uno del governo israeliano, Netanayhu, ha spiegato come "In due giorni abbiamo abbattuto 50 torri del terrore, e questo è solo l'inizio della manovra di terra nella città di Gaza".

Le polemiche in Italia: la Nazionale non doveva giocare contro Israele

Nell'immediata vigilia della partita contro Israele s'è allargato il coro delle proteste di quanti hanno chiesto che, per protesta contro lo Stato ebraico, la Nazionale Azzurra non andasse in campo. Un'ipotesi impossibile, come spiegato dai vertici del calcio italiano e dallo stesso presidente del Coni: azioni di boicottaggio politico provocherebbero gravissime sanzioni sportive nei confronti della squadra di Gattuso e della stessa Federazione, oltre a creare un incidente diplomatico e tutto quanto entra nel corredo accessorio di azioni così clamorose.

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Il ct, Gattuso: "Sono uomo di pace ma dobbiamo giocare"

"Sono uomo di pace ma questa partita la dobbiamo giocare", le prime parole al riguardo di Gennaro Gattuso (che oggi ha anche trovato uno striscione che lo invitava a non affrontare "chi uccide i bambini"). In seguito s'è sentito anche in dovere di spiegare perché ha definito "sfortunato" l'abbinamento nel girone di qualificazione con Israele. Un'espressione usata solo per definire il valore tecnico di un avversario insidioso, che gioca bene e ha perso sì contro la Norvegia ma avrebbe meritato il pareggio.

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