Palladino si è dimesso dalla Fiorentina: cos’è successo e chi sarà il sostituto in panchina

La notizia più clamorosa tra le panchine di Serie A in fermento è arrivata laddove meno ce la si aspettava, a Firenze, con le dimissioni immediate di Raffaele Palladino che ha abbandonato la Viola a pochi giorni da un rinnovo – fino al 2027 – che appariva la conferma di un progetto tecnico a lungo termine. Invece, il classico fulmine a ciel sereno che ha spaccato in due il presente gigliato. Dietro alla decisione la sensazione di una proposta allettante sul tavolo per un ulteriore "upgrade" in un club che farà coppe importanti, ma anche l'amara verità di contestazioni sempre più evidenti con la parte più calda di una tifoseria insoddisfatta. Che ora invoca un allenatore d'esperienza e qualità, come un grande ex: Stefano Pioli
Mercoledì 28 maggio è arrivata la telefonata che Pradé e le alte sfere gigliate non si sarebbero mai aspettati: in mattinata Raffaele Palladino ha preso il telefono e comunicato di volersi dimettere dal proprio incarico, immediatamente. All’origine della clamorosa rottura ci sarebbe la feroce contestazione della Curva Fiesole e le pressioni di una piazza poco incline ad accontentarsi di posizioni di rincalzo in classifica, visto un finale mesto e desolante di stagione, con la Viola uscita in semifinale di Conference e relegata a un sesto posto considerato altamente insufficiente.
La contestazione dei tifosi nelle ultime due partite contro Palladino
Anche di fronte alla notizia delle dimissioni, il mondo viola è sembrato più sollevato che amareggiato, evidenziando un totale mancato supporto da parte dei tifosi della Fiesole che avevano già pubblicamente criticato Palladino: "Salta la panchina" era stato il coro con cui avevano accompagnato l'ultima gara interna vinta con il Bologna mentre a Udine, raggiunta la qualificazione europea, la tifoseria aveva insistito con un più che eloquente "Meritiamo di più". Malgrado Palladino, appena arrivato l'estate scorsa e giunto sesto in campionato con 65 punti, avesse ottenuto il miglior score viola negli ultimi 11 anni.
Dirigenza Fiorentina spiazzata: Palladino aveva firmato il rinnovo fino al 2027
Il ds viola Pradè ha provato a ricucire lo strappo, ma i margini per ritrovarsi sarebbero praticamente nulli, con la dirigenza e proprietà spiazzate: solo qualche giorno fa Commisso aveva definito Palladino come un "figlio" e il rinnovo fino al 2027 era stato accolto come una continuità di intenti, riprogrammando subito anche il ritiro estivo, le amichevoli e la strategia di mercato, con l’obiettivo di tenere i più forti, ripartendo da Kean. Ma ciò che non è piaciuto al giovane tecnico è stato l'ambiente ostile attorno al proprio lavoro che avrebbe giocato ancor più come motivazione di lasciare, di eventuali proposte.
Sullo sfondo, le proposte possibili a Palladino e il nome del sostituto: Stefano Pioli
Con la contestazione, anche la voglia di rimettersi in gioco e andare laddove possa essere apprezzato, magari giocandosi qualcosa in più rispetto a Firenze. L'Atalanta con l'addio di Gasperini (verso Roma) sarebbe piazza ambita e ospitale, ma anche la Lazio che sta valutando la figura di Baroni mentre appare più lontana e figlia di speculazione la destinazione più prestigiosa, di una Juve che dopo Tudor è ancora alla finestra per un tecnico che possa davvero rilanciare il progetto bianconero. Per la Fiorentina è tempo subito di correre ai ripari e c'è da capire se la dirigenza voglia soddisfare la piazza in fermento che invoca a gran voce Stefano Pioli, l'uomo considerato giusto e sempre più lontano dalla permanenza in Arabia dopo il mezzo fallimento con l'Al Nassr.