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Ore di angoscia all’interno dello stadio di Belgio-Svezia: ola di luci e cori per resistere al terrore

Il pubblico all’interno delo stadio Re Baldovino ha vissuto momenti difficili sotto il profilo emotivo, tra paura e senso di smarrimento. Solo intorno alla mezzanotte è iniziato il deflusso in sicurezza degli spettatori. Sugli spalti per combattere la paura i tifosi hanno inscenato cori e coreografie.
A cura di Maurizio De Santis
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I giornalisti presenti allo stadio per Belgio-Svezia sapevano già tutto prima che avvenissero interruzione e sospensione. Tra i 35 mila spettatori, tra cui gli svedesi, il passaparola ha diffuso le notizie di cronaca che hanno preso il sopravvento su tutto. Le nazionali, ignare, si affrontavano nella partita di qualificazione a Euro 2024 ma sugli spalti il pubblico era in bilico tra un senso di terrore e smarrimento per la consapevolezza di quanto era accaduto in centro a Bruxelles.

Un uomo, che ha rivendicato la propria appartenenza all'Isis, ha sparato e ucciso con un kalashnikov due persone salvo dileguarsi a bordo di uno scooter e poi comparire sui social con un messaggio nel quale si attribuiva la responsabilità di quell'atto terroristico.

Le parole del giornalista Matthieu Darbas in collegamento per RMC Sport dall'impianto Re Baldovino hanno raccontato le emozioni vissute sugli spalti. "C'è una situazione un po' pesante, qui l'atmosfera è angosciante. Tutti aspettavano con ansia l'intervallo per saperne di più. I giornalisti hanno cercato di lasciare lo stadio. Alcuni miei colleghi erano accanto a me al telefono con le mogli e i figli, per rassicurarli. All'intervallo siamo stati avvisati che la partita era stata interrotta e che avremmo dovuto pazientare".

Il messaggio arrivato qualche ora dopo alla tv belga "Hln" da parte del direttore della federazione dei ‘diavoli rossi' ha messo fine a quell'attesa snervante. "Evacueremo la struttura entro mezz'ora – ha ammesso il dirigente -. Prima, però, sarà creato un perimetro di sicurezza così da permettere il deflusso scaglionato degli spettatori".

Angoscia ma anche senso di appartenenza collettiva. La trepidazione e lo sgomento, in particolare sui volti dei tifosi svedesi in trasferta e intrappolati, sono state spazzate via da momenti di condivisione molto toccanti. Quando lo speaker dello stadio ha diffuso il messaggio che la partita non sarebbe più ripresa dalle tribune s'è levato alto il grido "Svezia, Svezia" oltre a canti di solidarietà e di incoraggiamento che hanno cementato l'unione degli spettatori.

Bellissima anche un'altra scena che s'è incastonata nel diorama di una serata tremenda. Migliaia di luci bianche dei telefonini sono state accese dagli spettatori a mo' di ola emotiva e per esprimere sostegno agli svedesi profondamente toccati dalle news sulla morte di due persone avvenuta per l'attacco terroristico nella capitale belga. Intorno alla mezzanotte, verso le 23.50, il pubblico ha iniziato a lasciare l'impianto secondo un protocollo molto rigido ma l'incubo non è ancora finito.

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