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Onana racconta l’incubo che ha vissuto: “I miei compagni mi hanno sempre ricordato chi sono”

Dietro alle prestazioni disastrose di Onana con lo United ci sono state difficoltà mentali importanti nate dopo il trasferimento a Manchester: “Ho avuto una svolta, ma non in campo”
A cura di Ada Cotugno
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Il primo anno in Premier League di Andre Onana è stato da dimenticare. Al Manchester United il portiere è stato protagonista di una serie di partite da incubo, prestazioni pessime che lo hanno hanno reso bersaglio di pesanti critiche. Sulle sua spalle pesa un cartellino da oltre 60 milioni di euro, non giustificato dai suoi primi mesi in Inghilterra. Per la prima volta l'ex Inter ha parlato delle difficoltà che ha incontrato nella sua nuova avventura, sia in campo che fuori.

Le parole raccolte da Manchester Evening sottolineano un enorme disagio psicologico che ha colpito il portiere classe '96 all'arrivo nella nuova città, dopo un solo anno di permanenza a Milano dove era uno degli idoli della tifoseria. A Manchester tutto era diverso: "So il portiere che sono. Mi ci sono voluti sei o sette mesi non per giocare bene, ma solo per sentirmi bene. È stato un periodo difficile per me. Ora mi sento un po' meglio. Tutto era nuovo, è stato difficile per me sentirmi a casa per tanti motivi"

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La Premier League può essere un campionato difficile per tutti e tanti giocatori impiegano un anno prima di assestarsi sui propri livelli. Lo stesso è avvenuto Onana che nei primi mesi allo United ha collezionato un disastro dopo l'altro. Ma anche nella sfortuna non è mai stato lasciato solo dai compagni di squadra che lo hanno sostenuto: "I miei compagni di squadra mi hanno sempre ricordato chi sono, il portiere che sono e perché sono venuto in questo club. Mi hanno detto: ‘Andre, per alcuni giocatori ci sono voluti due anni, per altri sei mesi e per altri ancora poco tempo. Tu hai la personalità per ribaltare la situazione'. Hanno sempre creduto in me fin dall'inizio. Sono molto felice, soprattutto con i tifosi, i fan, sono stati gentili con me anche nei periodi difficili e sono molto grato. Posso solo ringraziarli".

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Il portiere era completamente bloccato a livello mentale, una condizione che si rifletteva anche in campo, ma da qualche mese è riuscito a uscire dal periodo più oscuro della sua carriera dopo la squalifica: "Ho avuto una svolta, ma non in campo. Come ho detto… più a livello mentale. Certo, la scorsa stagione mi sono trasferito da Amsterdam a Milano, ma l'adattamento è stato abbastanza facile. Ma qui mi ci sono voluti sette, otto mesi. Era solo il momento di imparare e di andare avanti partita dopo partita".

Nonostante tutto Onana non si lascia abbattere dalle difficoltà. In tante partite è stato eletto come peggiore in campo, le sue uscite hanno causato gol che hanno condannato lo United in campionato e in Europa, ma anche nelle avversità il portiere è riuscito a ricavare una lezione di vita fondamentale: "È stato un buon momento per me per imparare, perché ho imparato molto in quel periodo. Giocare la finale di Champions League ed essere eliminato nella prima fase dopo pochi mesi… è stata una grande lezione per me".

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