Norman Hunter morto per il coronavirus, il cordoglio del Leeds e del calcio inglese

Un grave lutto ha colpito il Leeds e il calcio inglese. È morto Norman Hunter, ex calciatore e allenatore, era considerato una leggenda per il football di Sua Maestà che nel 1966 lo vide trionfare al Mondiale. L'ex difensore aveva 76 anni ed è deceduto per il coronavirus (era stato trovato positivo e ricoverato in ospedale il 10 aprile scorso). A dare la notizia ufficiale del suo decesso è stato il club di Ellan Road che ha definito la sua scomparsa un vuoto incolmabile. "La sua eredità non verrà mai dimenticata", si legge nella nota della società che ha spiegato anche qual è stata l'evoluzione delle sue condizioni di salute e come sia peggiorata fino a divenire critica nel giro di un paio di settimane.
Norman era stato portato in ospedale la settimana scorsa dopo aver contratto il contagio da Covid-19 – si apprende dal comunicato del Leeds -. Nonostante fosse assistito perfettamente dallo staff medico non è riuscito a vincere la partita più importante contro il virus.
Bites Yer Legs (morde le gambe) era il soprannome di "battaglia" di Norman Hunter, a testimonianza di come interpretasse il suo ruolo di marcatore arcigno, di quelli che non dà fiato all'avversario. Una colonna del reparto arretrato e più ancora della squadra con la quale giocò per ben 14 stagioni in carriera (dal 1962 al 1976). Bristol City e Barnsley le ultime divise indossate prima di appendere le scarpette al chiodo e guardare il rettangolo verde da un'altra prospettiva, quella della panchina. Hunter fu allenatore di Barnsley, Rotterdam, dello stesso Leeds (sia pure ad interim) e del Bradford City.
Nel libro dei ricordi del Leeds Hunter ha un posto speciale: sono ben 540 le presenze accumulate nella lunga militanza in campo che lo ha portato a mettere in bacheca due campionati, la Coppa d'Inghilterra, la Coppa di Lega inglese, la Charity Shield, due Coppe delle Fiere e il titolo (questa volta personale) di miglior calciatore della Premier nel 1974.