104 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Nel calcio dell’era Covid è sparito il pressing

Uno studio statistico sui principali campionati europei ha evidenziato come il calcio post coronavirus non sia più quello di prima. Meno pressing e minore intensità dallo scorso maggio con una picchiata verso il basso. A subire l’involuzione maggiore la Bundesliga. Le cause? L’assenza di pubblico negli stadi e le tante, troppe, partite ravvicinate.
A cura di Alessio Pediglieri
104 CONDIVISIONI
Immagine

Il calcio al tempo del Covid è cambiato e sta ancora cambiando. Non poteva essere altrimenti davanti ad una pandemia che ha stravolto la vita di tutti i giorni e ha inciso in modo indelebile anche in tutte le altre sfere quotidiane, compresa quella sportiva. Un recente studio statistico sui principali cinque massimi campionati europei ha evidenziato senza mezze misure il drastico crollo relativo all'intensità in campo da parte dei giocatori. Dalla Ligue1 alla Premier, dalla Bundesliga alla Serie A passando da laLiga spagnola nessuna serie si salva.

C'è guardando il grafico di analisi, ovviamente, un punto di rottura. Il break point dopo il quale nulla è stato più lo stesso è datato maggio 2019 quando a fine primo lockdown si è tornati lentamente sul campo a giocare le restanti partite di una stagione oramai compromessa. E il pressing, l'agonismo, l'intensità nei 90 minuti non sono più tornate ai livelli pre Covid, anzi. Un calo vertiginoso ovunque che ancor oggi appare inarrestabile. Le cause? Molteplici e tutte riconducibili all'emergenza sanitaria ancora in atto.

Immagine

A incidere su una differente gestione delle energie e delle risorse da dedicare al calcio giocato è stato sicuramente un calendario oltremodo compresso. Praticamente senza una reale pausa di riposo, dalla fine della scorsa stagione ad oggi in tutti i campionati si è giocato sempre. Unica eccezione la Ligue 1 che in Francia era stata sospesa, ma anche lì il contraccolpo si è fatto sentire.

Oltre alle tante gare ravvicinate, l'impossibilità di potersi preparare adeguatamente e giocare ogni 2-3 giorni per concludere la stagione in tempi utili per poi poter dare spazio agli Europei estivi, ha inciso anche il diverso impatto che i giocatori hanno in campo in stadi deserti, senza l'apporto del pubblico. Partite disputate in cattedrali vuote, con il ‘dodicesimo uomo' che non può più dare la spinta giusta nel momento opportuno, facendo sentire il proprio calore.

A pagarne maggiormente le conseguenze è stata la Bundesliga che prima del Covid era in netta crescita esponenziale, con un crollo verticale improvviso. Il campionato tedesco era il migliore per agonismo, intensità, pressing davanti a quello francese, inglese, italiano e spagnolo. Oggi, in pieno regime di nuova stagione – solamente ancora nella prima parte – tutti i massimi campionati si sono livellati verso il basso. La Germania è sempre statisticamente il migliore ma il livello è tornato a quello di circa due anni fa.

104 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views