Napoli-Roma, l’accusa degli azzurri al club giallorosso: “Ha violato il protocollo sanitario”

La partita tra Napoli e Roma non si è giocata solo in campo ma è stata bella tesa anche fuori. Lo scontro tra la società partenopea e quella romanista è andata al di fuori del rettangolo verde e si è allargata al protocollo sanitario perché, secondo quanto riportato dal quotidiano La Repubblica, il club giallorosso ha portato in panchina tutte le riserve convocate per la trasferta all'impianto di Fuorigrotta dal tecnico Paulo Fonseca violando, in base al giudizio del club azzurro, le disposizioni previste per il distanziamento sociale. Anche dalle riprese tv, ad inizio gara, si era visto alcune riserve del club capitolino chiedere chiarimenti ai propri dirigenti su dove accomodarsi e poi si sono diretti in panchina normalmente.
Non sono mancati momenti di tensione ieri sera al San Paolo tra i dirigenti del Napoli e quelli della Roma perché al fianco di Rino Gattuso a bordo campo c'era solo il suo staff e i giocatori azzurri esclusi inizialmente dalla formazione titolare erano seduti in buona parte in tribuna, per evitare una elevata concentrazione di persone nei pressi del campo; mentre quelli giallorossi erano tutti nei pressi dell'allenatore portoghese e dei suoi assistenti.
Il Napoli ha chiesto l'intervento dell'arbitro Rocchi e adesso sarà interessante vedere cosa ha riportato nel suo referto il direttore di gara di Firenze. Al di là del mancato rispetto del protocollo anti-Covid, alla società napoletana non è piaciuta il rumore a bordo campo fatto dalle riserve della Roma per sostenere i compagni in campo e per questo le critiche non sono tardate ad arrivare. I dirigenti della Roma avrebbero fatto sapere di essere pronti ad assumersi le responsabilità della loro scelta ai loro pari grado napoletani e a quel punto, nel secondo tempo, anche la panchina di Gattuso si è rinfoltita perché le riserve azzurre non volevano far sentire soli i loro compagni. Aurelio De Laurentiis non chiederà chiarezza alla Figc e alla Lega perché le regole sanitarie devono essere uguali per tutte le società e non ci devono essere differenze.