Napoli preda della confusione di Gattuso, tra scelte sbagliate e cambi di modulo

L'unica buona notizia della serata di Europa League è che il Napoli almeno ha vinto la partita (2-1), perché così ha placato la serie negativa, ora sono due i successi nelle ultime sette partite. Per la verità c'è un'altra nota lieta ed è rappresentata dal gioco che si è visto nel secondo tempo della partita con il Granada. I partenopei si sono mostrati vivaci nei secondi 45 minuti, al netto delle assenze e della mancanza di una punta vera (nel primo tempo) e in condizione poi (Mertens è subentrato, ha dato buoni segnali, ma ha giocato pochissimo negli ultimi tre mesi) e sono stati pimpanti dopo il cambio di modulo. Gattuso è stato bravo a correggere in corsa, ma ha sbagliato, ancora una volta, l'impostazione della partita. La difesa a tre si è mostrata improduttiva e la disabitudine a quel modulo ha favorito il gol del Granada.
Obiettivi svaniti per il Napoli
In queste ultime settimane il Napoli ha avuto risultati molto negativi, sono svaniti quasi tutti gli obiettivi stagionali, e sono scappati in un mesetto (Supercoppa Italiana, Coppa Italia e Europa League). Resta il quarto posto nel mirino, ma non è semplice raggiungerlo. Gattuso ha delle attenuanti sicuramente, perché ha avuto un numero enorme di infortunati, su tutti Lozano, ma è mancato pure Mertens a lungo, mentre Osimhen non è stato al top quando ha giocato, e nel momento determinante è venuto meno anche l'altro centravanti Petagna. Ma il tecnico comunque ha sbagliato troppo ed ha finito per andare in confusione e ha trascinato con sé tutta la squadra.
La difesa a tre con il Granada
Contro il Granada rimontare era complicato, bisogna recuperare lo 0-2 dell'andata, e senza una vera punta a disposizione era ancora più complicato. Perché abbassandosi tanto, il Granada non aiutava Insigne e Politano, fare più di due gol era oggettivamente difficile. Ma a quel punto era fondamentale difendere bene per rendere molto più difficile la vita agli spagnoli. Gattuso ha scelto la difesa a tre e ha spostato Elmas sulla fascia sinistra. Scelte sbagliate, entrambe. Mentre Zielinski in posizione più avanzata a centrocampo ha trovato spazio e gol. Poi nell'intervallo il tecnico ha abiurato le sue scelte ed è tornato a giocare a 4 dietro, con una fase offensiva invece che si è mossa con maggiore vivacità; è arrivato il gol di Fabian e di occasioni se ne sono create.

Gli errori con l'Atalanta
Fissarsi su un solo modulo e su un determinato tipo di gioco è sbagliato, ma cambiare troppo spesso pure lo è. Gattuso ha cambiato troppo spesso e molte volte quando ha rinnegato le sue scelte ha commesso un errore, e, pur avendo troppi assenti, non è stato impeccabile con il turnover. Il Napoli ha giocato in modo molto difensivo le due semifinali con l'Atalanta e la gara di campionato con gli stessi nerazzurri, ha racimolato uno 0-0 e due sconfitte (in totale ha incassato 7 gol, segnati 3). La scelta di aspettare Zapata e compagni non era cattiva, ma poi la squadra si è persa, ha pagato per una serie di errori, individuali, anche del tecnico che sul punteggio di 3-2 ha sostituito due difensori prima della battuta di un calcio d'angolo che si è tramutato in un gol, e si è sgretolata. Mentre con il Granada all'andata, squadra non eccelsa ma comunque ostica, il Napoli è tornato al 4-2-3-1, e in quel caso forse sarebbe stato meglio avere una formazione più accorta, e magari dall'inizio potevano giocare pure Zielinski e Bakayoko, considerato che i partenopei avevano in quel momento nell'Europa League un grande obiettivo.
Il modulo sbagliato
A inizio stagione aveva deciso di rendere il suo Napoli più offensivo con il 4-2-3-1 che però dopo un ottimo avvio si è rivelato uno schieramento non adatto a tutte le partite di campionato. E avendolo capito Gattuso ha modificato lo schema della sua squadra, che via via però si è persa tra un ritorno al caro vecchio 4-3-3, al semplice e classico 4-4-2, il modulo più semplice per un determinato tipo di calciatori, ma non per tutti (vedi Fabian e Zielinski), per finire alla difesa a tre, un ritorno ai tempi di Mazzarri per il Napoli.
