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Napoli, De Laurentiis incontra la squadra: cosa hanno detto (e fatto) per sancire la pace

Quale è stato l’oggetto dell’incontro tra De Laurentiis e la squadra? Da un lato il club scottato dall’insubordinazione e dagli atteggiamenti dei giocatori (alcuni in particolare, puniti anche con multe salatissime) che non intende derogare al pagamento delle ammende. Dall’altro i calciatori hanno cosparso il capo di cenere con lo scopo di ottenere pene amministrative che non vadano oltre il 5% e soprattutto non tocchino il capitolo dei diritti d’immagine. Presidente a colloquio anche con i ‘senatori’, in particolare Mertens e Callejon. Tregua sancita per obiettivi comuni ma a giugno sarà rifondazione.
A cura di Maurizio De Santis
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Pazienza. Diplomazia. Comprensione. Distensione. Capacità di ascoltare. Elogio per Liverpool. Auspicio che si possa andare bene in campionato come in Champions. E poi ancora, rispetto delle regole e dei ruoli. I presupposti sono questi ma l'epilogo dell'incontro tra il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, e la squadra non è certo fiabesco. Non può esserlo alla luce di quanto accaduto. Nel quartier generale degli azzurri, il confronto è durato per circa un'ora poi il patron è andato via dal centro sportivo senza rilasciare dichiarazioni. Le sensazioni sono positive, il fiume tracimato dal greto è rientrato nel solco ma ha lasciato danni e inevitabilmente segnato (anche) le scelte future.

Clima disteso ma a giugno sarà rifondazione

Tra il "vissero tutti felici e contenti" e il faccia a faccia (anche a quattr'occhi con i ‘capi dell'ammutinamento') c'è di mezzo un rendimento a mo' di dottor Jekyll in Serie A (azzurri precipitati fuori dalle prime quattro posizioni e dalla zona Champions) e Mister Hyde (la squadra che in Coppa ha bloccato ancora una volta il Liverpool), c'è di mezzo la rivolta dopo il pareggio col Salisburgo, c'è di mezzo qualche parola di troppo su ‘marchette' milionarie da fare in Cina, c'è di mezzo il ‘fuoco amico' che ha fatto danni inimmaginabili. Nemmeno gli autori stessi dell'insurrezione (Insigne, Callejon, Mertens, Koulibaly, Allan) credevano che la situazione sarebbe precipitata fino a questo punto. I cocci sono stati raccolti e rimessi assieme ma niente sarà più come prima. Arrivati in porto, a fine stagione si deciderà il da farsi tra conferme, cessioni e probabili addii (Callejon, Mertens, Koulibaly) che non siano ‘a pesci in faccia' (Allan, Insigne).

  • Ancelotti resta? Forse, non è detto. Più no che sì (ma è solo un'impressione). E oltretutto prima di archiviare il patrimonio di esperienza di un allenatore del suo livello serve riflettere bene sull'ipotesi. Se tutto cambierà allora non è da escludere che si punti su un nome (Gasperini) che ha mostrato di saper fare un calcio divertente, dinamico, lavorando sull'impostazione e sull'identità di squadra.
  • E Insigne? È il caso più complicato per tanti aspetti, a cominciare dall'offerta congrua che potrebbe agevolarne la cessione.
  • Che succede con Callejon, Mertens, Allan? Se andranno via – come tutto lascia presagire -, sarà a giugno quando ci sarà la rifondazione.
  • Cosa sarà di Koulibaly? È il calciatore che può portare in dote un bel po' di soldi da reinvestire.

Prestazione e risultato di Liverpool punto di (ri)partenza

Al netto del risentimento reciproco da mettere da parte perché l'obiettivo è fare una pace/armistizio, i protagonisti della vicenda si sono già detti tutto tirando fuori ogni cosa, esprimendo ogni insoddisfazione. Hanno lavato i panni sporchi nel chiuso delle mura di Castel Volturno e, partendo ciascuno dalle proprie ragioni, provato a trovare una soluzione che fosse utile a tutti. Per il bene di tutti. Un primo segnale di distensione è arrivato con il tweet del presidente dopo il pareggio di Anfield Road: parole di elogio a margine di una bella prestazione di squadra (come non si vedeva da tempo) e un risultato che avvicina gli azzurri agli ottavi di Champions League. Non basta ancora, però, perché serve invertire la rotta anche in campionato, laddove il quarto posto (al momento occupato da Roma e Cagliari) dista 5 punti. Anche per questa ragione è necessario che si torni a remare nella stessa direzione.

Il faccia a faccia a Castel Volturno per (ri)trovare un'intesa

Quale era l'oggetto dell'incontro tra il massimo dirigente e la squadra? Facile immaginare le istanze delle parti: da un lato c'è il club rimasto scottato dall'insubordinazione e dagli atteggiamenti dei giocatori (alcuni puniti anche con multe salatissime come Allan e Insigne) che non intende derogare al pagamento delle ammende; dall'altro i calciatori che hanno chiesto scusa, proponendo anche di farlo pubblicamente, e posto sul tavolo le loro motivazioni con lo scopo di ottenere pene amministrative che non vadano oltre il 5% e soprattutto non tocchino il capitolo dei diritti d'immagine. Anche questo dovranno guadagnarlo sul campo.

La proposta di armistizio, la posizione delle parti nell'incontro

Una proposta di armistizio. Le condizioni per firmarlo ci sono tutte partendo però dal presupposto che non ci sarà cancellazione delle multe richieste al Collegio Arbitrale (De Laurentiis su questo punto non transige) ma al massimo un ‘congelamento' del contenzioso civile, che la società ha ventilato come risarcimento per il danno all'immagine subito, e una riduzione delle sanzioni economiche (con parte di esse da destinare in beneficenza). La cifra complessiva in virtù delle percentuali (25%, in alcuni casi anche del 50%) da detrarre sullo stipendio mensile dei calciatori ammonta a circa 2.5 milioni ma con le parti arrivate a una tregua all'insegna della concordia la quota complessiva calerà sensibilmente e verrà compensata dai premi per la qualificazione agli ottavi di Champions. Diversamente, i calciatori hanno tempo fino al 7 dicembre per approntare una linea difensiva dinanzi al collegio arbitrale.

I colloqui di De Laurentiis con il ‘partito degli scontenti'

L'incontro con la squadra è stato scandito anche da un altro momento particolare: De Laurentiis ha avuto (e avrà ancora) chiarimenti singoli, colloqui individuali (Callejon e Mertens, coi quali c'è in ballo da tempo anche la questione rinnovo) per stemperare ulteriormente quelle tensioni e mettere fine a quelle incomprensioni deflagrate nella serata di Coppa, dopo il pareggio con gli austriaci al San Paolo. La prestazione e il risultato di Liverpool, la replica del patron hanno preparato il terreno. C'è tutta una stagione davanti perché germogli (ancora) qualcosa di buono. Del resto, come cantava Faber: dai diamanti non nasce niente… dal letame nascono i fior.

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