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Morata e i 10 minuti disastrosi con la Spagna in Nations League: “Non so se a settembre tornerò”

Il rigore sbagliato contro il Portogallo nella finale di Nations League pesa come un macigno su Alvaro Morata. Subentrato nei supplementari, ha toccato quattro palloni e sbagliato quello decisivo dagli undici metri. Dopo la sconfitta, apre all’addio alla Nazionale: “È possibile che non sarò qui a settembre”.
A cura di Michele Mazzeo
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Dieci minuti, quattro palloni giocati, tre persi, un rigore fallito. Il finale della Nations League 2024-2025 rischia di diventare l'ultima pagina della carriera internazionale di Alvaro Morata. Una notte da incubo a Gelsenkirchen, chiusa con l'errore decisivo nella lotteria dagli undici metri e un futuro con la Roja più incerto che mai.

Il capitano della Spagna, subentrato nel secondo tempo supplementare, al 111′, per Oyarzabal, è stato protagonista in negativo nel ko contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. L'attaccante di proprietà del Milan ma in prestito al Galatasaray ha inciso pochissimo nella manovra e, nel momento chiave, ha fallito il rigore facendosi ipnotizzare da Diogo Costa. Un errore che ha condannato la Spagna e ha lasciato il segno.

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"Sono dispiaciuto perché abbiamo fatto tutti un ottimo lavoro e mi dispiace per tutti i miei compagni, ma questo fa parte del calcio e della vita", ha detto Morata a fine partita, con lo sguardo perso nel vuoto.

Ma è quando parla del futuro che il tono si fa ancora più pesante: "Nulla è certo, dipende da molte cose. In questo momento penso solo ai miei compagni di squadra e a quello che è successo oggi. Bisogna riflettere con calma, ma ovviamente è possibile che non sarò qui a settembre".

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Una frase che suona come un addio, o almeno come una seria riflessione su un ciclo che potrebbe essersi chiuso nel peggiore dei modi. E se il ct De la Fuente lo ha difeso nel post-partita – dichiarando pubblicamente che era stato lui a indicare Morata come rigorista – il centravanti ha preferito non cercare alibi.

"Ringrazio il mister per le sue parole. Il rigore? L'ho tirato male, avrei potuto fare meglio ma non posso farci niente. Sono arrabbiato, avrei voluto piangere anche se non l'ho fatto. I miei figli erano in tribuna, e nella vita bisogna imparare", ha difatti spiegato Morata.

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La scena dei figli sugli spalti, spettatori inconsapevoli del momento più difficile del padre, aggiunge un peso emotivo enorme a una serata già complicata. "L'anno scorso abbiamo vinto, oggi devo vivere un momento difficile. Ma se c'è una cosa che le persone fanno nella vita, è imparare", ha aggiunto.

Nonostante l'amarezza, l'attaccante ha voluto difendere la prestazione della squadra, in particolare quella di Lamine Yamal, tra i più brillanti in campo: "Per me, è stata una prestazione di alto livello da parte di Lamine e di tutta la nazionale. Le cose sono diverse dopo i calci di rigore. Siamo molto fortunati ad avere Lamine in campo per la Spagna".

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