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Martusciello, il vice di Sarri alla Juve: “Purtroppo ereditata una squadra ultra-vincente”

Giovanni Martusciello, vice di Maurizio Sarri alla Juventus, racconta i primi mesi in bianconeri e fa il punto sul processo di cambiamento in atto con la nuova guida tecnica: “Cerchiamo di far capire ai ragazzi che la strada per arrivare alle vittorie deve essere un’altra, che non significa vincere nell’immediato”.
A cura di Redazione Sport
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Fine anno, momento ideale per un bilancio. Anche in casa Juventus dopo i primi mesi della gestione targata Sarri: risultati positivi, processo di evoluzione dello stile di gioco ancora in corso, il passo falso nella Supercoppa Italiana. C'è ancora tanto lavoro da fare per il tecnico toscano e i suoi collaboratori, tra cui Giovanni Martusciello, secondo di Sarri alla Juve.

Vincere non è più l'unica cosa che conta

Ospite allo Juventus Fans Club nella sua Ischia, Martusciello ha parlato con grande chiarezza dei lavori ancora in corso in casa Juve a sei mesi dall'insediamento di Sarri in panchina.

La società ha cercato di guardare oltre e di arrivare ai trofei in maniera differente, arrivando ad avere un dominio del gioco. Avere tutto subito non è semplice. Se ci fermiamo al risultato andremo incontro a difficoltà enormi. Bisogna estraniarsi dal risultato finale e cercare di far capire ai ragazzi che la strada per arrivare alle vittorie deve essere un’altra, che non significa vincere nell’immediato.

Anche in queste parole si percepisce il cambio filosofico che Sarri e i suoi stanno cercando di apportare alla Juventus, rendendola meno dipendente dal risultato fine a se stesso e più focalizzata sul modo in cui il risultato va raggiunto.

La pesante eredità di Max Allegri

Il confronto costante con Massimiliano Allegri e il suo ciclo vincente, durato cinque anni, non aiuta in questa prima fase.

Purtroppo si è ereditata una squadra ultra-vincente, non è semplice intervenire in maniera netta perché bisogna confermare quanto di buono fatto dai nostri predecessori. Però bisogna farlo attraverso un’idea di cambiamento e non è semplice nell’immediato. Dai ragazzi c’è grande disponibilità, si stanno facendo cose che prima non si facevano e bisogna portare l’idea comune in quella direzione.

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