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Maria Sole Ferrieri Caputi non dimentica: “Quell’urlo sguaiato di una persona attaccata alla rete”

Miglior esordio in Serie A non poteva esserci per Maria Sole Ferrieri Caputi, impeccabile in Sassuolo-Salernitana. La 31enne livornese ne ha fatta di strada per arrivare a questo traguardo: un percorso non sempre facile, con episodi che non può dimenticare.
A cura di Paolo Fiorenza
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È stato un debutto in Serie A da incorniciare per Maria Sole Ferrieri Caputi, che domenica ha arbitrato il suo primo match della massima serie al Mapei Stadium tra Sassuolo e Salernitana: un 5-0 per i padroni di casa che è filato via senza polemiche, con decisioni corrette e polso fermo della 31enne toscana, che ci ha visto bene – come ha confermato il VAR – anche in occasione del calcio di rigore concesso ai padroni di casa in chiusura di primo tempo e realizzato da Pinamonti.

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Nessun problema con i calciatori in campo né con gli allenatori. "Ma basta parlare di questo, perché così facendo siamo i primi a sottolineare che ci sia qualche differenza. La verità è che non cambia nulla, punto", ha detto nel dopo partita il tecnico neroverde Dionisi, mentre Nicola ha tagliato corto, comprensibilmente scontento per la prova dei granata: "Io dalla panchina ero impegnato solo a vedere cosa non faceva la mia squadra". Insomma un arbitraggio che ha operato sotto traccia, il che è la testimonianza migliore di buon lavoro: meno si nota, meglio è.

Classe '90, nata a Livorno, con una laurea in Scienze politiche e relazioni internazionali conseguita all'Università di Pisa e una laurea magistrale in Sociologia presa all'Università degli Studi di Firenze, la Caputi ha fatto la classica gavetta: 5 anni di Serie D (2015-2020), poi l'esordio in C l'8 novembre 2020, quello in B ad ottobre dell'anno scorso in Cittadella-SPAL ed infine la promozione il 1 luglio di quest'anno ad arbitro di Serie A, premessa alla sua chiamata per Sassuolo-Salernitana di ieri. Il giudizio del designatore Rocchi non può che essere ottimo, alla luce della prestazione messa in mostra: due cartellini gialli, nessun rosso, 18 falli fischiati, 4 fuorigioco, oltre al rigore giustamente concesso. Il tutto essendo sempre vicina all'azione, visto che la toscana ha parametri altissimi nelle prove fisiche.

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"Arbitro o arbitra? Risolvetela voi, a me non fa differenza – ha risposto in serata a precisa domanda, ospite della Domenica Sportiva – Rimane l’emozione di un debutto che ciascun arbitro sogna dall'inizio della carriera, che coltivo da 16 anni e oggi s'è realizzato. È stato bellissimo, per il clima che c’è stato per tutta la partita e allo stadio. Le tifoserie mi hanno accolto benissimo, in parte è stata una festa. Quello che dicono sugli arbitri in TV? Non mi provoca tensione. Mi fa piacere ascoltare i giudizi che possono essere espressi sul mio lavoro, per capire se ci sono spunti da prendere in considerazione per migliorare. Ma non parlerei di pressione".

La Caputi non nasconde che arbitrare non sempre è facile, visti gli episodi di violenza spesso i finiti in cronaca nelle serie minori e gli insulti talora rivolti alle donne che hanno scelto di dedicarsi a questa attività:  "È così. È uno dei problemi che viviamo nella nostra associazione, quotidianamente. E con questi gli episodi di violenza sugli arbitri più giovani. A me per fortuna è sempre andata bene, me la sono cavata con qualche insulto. Oggi ero così concentrata sulla gara che non ho sentito nulla. Ho sentito solo le bambine che mi chiamavano dalla tribuna e mi ha fatto molto piacere".

Qualche scena vissuta in prima persona le è comprensibilmente rimasta impressa: "Quando sei giovane non hai nemmeno la lucidità di capire perché ti arriva una frase brutta da persone che potrebbero essere i tuoi genitori o i tuoi nonni. Quando c'è quell’urlo sguaiato di quella persona attaccata alla rete che ce l'ha con te e neanche tu sai il perché. Solo perché stai seguendo la tua passione, ti stai impegnando in qualcosa e la domenica mattina sei là dopo aver rinunciato a qualcosa. È difficile da capire, ma aiuta a crescere. Auspico un mondo in cui si vada culturalmente verso l'accettazione dell’arbitro".

Quanto ai modelli, "attualmente il riferimento è Frappart a livello internazionale – spiega la 31enne toscana – Ma mi piace ricordare anche Carina Vitulano, ex arbitro attualmente osservatore Uefa che ci segue per la parte tecnica in Italia. Tra i maschi? Ce ne sono tanti, ma vi direi Orsato che ci rappresenterà ai Mondiali". Alla Caputi non dà fastidio tutto il clamore che ha circondato il suo esordio in Serie A, inclusa qualche attenzione anche al suo look: "È bello e giusto che se ne parli quando una donna fa qualcosa, perché questo può fare in modo che sempre più donne seguano questa squadra. Se il prezzo da pagare è che qualcuno sottolinei se sorrido o meno, va bene".

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