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Lotta allo streaming illegale: c’è la mano della malavita per un giro da 6 milioni l’anno

L’inchiesta internazionale che riguarda da vicino anche il mondo del calcio, iniziata lo scorso settembre, ha visto interventi delle forze dell’ordine in tutta Europa e in Italia. La Procura di Napoli ha fatto emergere elementi vicini alla camorra per un giro d’affari da oltre sei milioni di euro all’anno.
A cura di Alessio Pediglieri
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La questione diritti tv sul calcio è un argomento tanto complesso quanto delicato ed ogni interferenza può provocare a chi ne prende parte perdite di svariate di milioni di euro di incassi. Soprattutto se il modo di poter assistere alle partite non allo stadio e quindi in modo indiretto in televisione o soprattutto su internet è illegale e va contro ogni regolamento. Come nel caso della pirateria online, una piaga contro cui stanno combattendo i vertici del calcio nazionali e mondiali. Una inchiesta profonda e complessa, iniziata nel 2015 e che lo scorso 18 settembre ha prodotto i primi risultati. Fino ad arrivare ad una inchiesta ufficiale che sta rivelando scenari inquietanti, oltre che sospettati da sempre.

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L'interesse della malavita

Dietro la pirateria televisiva e gli abbonamenti a prezzi stracciati che permettono di assistere agli eventi in esclusiva (e pagati a peso d'oro) di Sky e altre tv a pagamento, oltre a un’organizzazione criminale ad alta competenza informatica e digitale, sta emergendo un altro scenario inquietante: la mano della camorra.

L'uomo da 6 milioni di euro

L'ultimo nome finito in mano agli inquirenti è quello di Franco Maccarelli, indicato dalla Finanza come il genio della cosiddetta "pezzotto tv", finito al centro di un’indagine condotta dalla Procura di Napoli. In questo ramo d'inchiesta Maccarelli risulta essere direttamente coinvolto gestendo in modo perfetto (ed illegale) gli affari e la struttura informatica che ne permette la diffusione, attraverso delle intercettazioni che evidenzierebbero anche l'interesse di diversi clan della malavita, interessata ad un movimento d'affari di circa 6 milioni di euro.

L'inchiesta, iniziata a settembre in Italia e in Europa

La Guardia di Finanza aveva aperto l'offensiva contro i pirati del calcio, dei film, delle fiction che venivano usufruite illegalmente, già a fine settembre. Il Nucleo Speciale Frodi Tecnologiche si è unito alle forze dell'ordine sparse in tutta Europa per smantellare le televisioni clandestine cercando di colpire la complessa architettura Internet al cuore del sistema. Il tutto per frenare la crescita impressionante dello streaming online illegale anche sulle partite ed eventi calcistici per i quali le televisioni ‘regolari' avevano pagato milioni di euro per averne i diritti, spesso in esclusiva.

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