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Los Angeles Galaxy, Katai licenziato per i post razzisti della moglie

Aleksandar Katai si è visto rescindere anticipatamente il proprio contratto dal Los Angeles Galaxy. La societò americana ha deciso per il licenziamento del proprio giocatore dopo i post razzisti e violenti della moglie Tea, attraverso un comunicato in cui ha ribadito di prendere le distanze da “ogni forma di razzismo e violenza”
A cura di Alessio Pediglieri
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In un momento in cui anche lo sport internazionale si sta facendo sentire nella lotta al razzismo dopo la morte di George Floyd in Minnesota, c'è la classica eccezione che ha trovato spazio sulle cronache calcistiche. A Los Angeles, i Galaxy hanno dovuto utilizzare il pungo di ferro facendo recapitare al proprio giocatore, Aleksandar Katai una lettera di rescissione anticipata. Un licenziamento in piena regola. Nessuna colpa da parte del calciatore serbo che paga duramente ciò che ha compiuto la moglie, Tea, che nei giorni scorsi pubblicò alcuni post di stampo razzista davanti ai quali i LA Galaxy presero subito le distanze visto che il tutto era riconducibile alla franchigia della MLS attraverso il proprio tesserato. Ma al di là della pubblica condanna a quei pensieri, oggi si è arrivati ai dati di fatto con l'allontanamento del calciatore serbo.

Alcuni post considerati ‘razzisti e violenti‘ pubblicati dalla moglie Tea, avevano fatto subito il giro del web attraverso i social network. Il protagonista, involontario, è stato il serbo Aleksandar Katai, che ha pagato con la pena più dura quanto scritto dalla consorte. Tea Katai prima ha incitato i poliziotti ad "ammazzare quelle m…", in riferimento ai manifestanti di questi giorni, poi ha ironizzato sulle scene dei saccheggi utilizzando la didascalia "Black Nike Matters". Post inaccettabili davanti ai quali i Galaxy hanno preso la decisione.

A comunicare la risoluzione del contratto è stata la stessa società di Los Angeles con una nota formale in cui si evidenzia una posizione che è "fermamente contraria al razzismo di qualsiasi tipo, incluso quello che suggerisce la violenza o cerca di sminuire gli sforzi di coloro che perseguono l'uguaglianza razziale". Davanti alla scelta del club, Katai si è prontamente scusato, definendo i post ‘inaccettabili' e aggiungendo di assumersi tutte le responsabilità per un errore della sua famiglia.

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