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Koulibaly contro i razzisti: “Cacciateli dagli stadi”. Indagine Figc sui fatti di Firenze

Il difensore del Napoli, Koulibaly, ha condiviso sui social network un messaggio molto duro dopo essere stato insultato (come Anguissa e Osimhen) da alcuni tifosi della Fiorentina. Offese pesanti, a sfondo razziale, che lo hanno preso di mira ancora una volta. “Scimmia di merda. Mi hanno chiamato così. Questi soggetti non c’entrano con lo sport”.
A cura di Maurizio De Santis
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Gli insulti razzisti di alcuni tifosi della Fiorentina nei confronti dei calciatori del Napoli di pelle nera (Koulibaly, Anguissa e Osimhen) entrano nel corredo accessorio di orrore e indignazione per quanto accaduto ancora una volta in uno stadio. Il pretesto è sempre lo stesso: ritenere che possano passare per uno sfotto' cori del genere, che le curve (e non solo) siano zone franche dove si può dire e fare di tutto. La dirigenza viola ha chiesto scusa alla società partenopea e ai giocatori, annunciando provvedimenti nei confronti dei responsabili, ma la vicenda non si è spenta al termine dell'incontro. "È arrivato il momento di dire basta", è stata la posizione presa con forza dal club partenopeo.

La Procura federale ha aperto un'indagine dopo aver acquisito i referti dei propri ispettori e ascoltato il calciatore: "Nelle prossime ore saranno compiuti ulteriori atti istruttori acquisendo gli atti pertinenti dalla Questura di Firenze". E con un post condiviso sui social network il difensore senegalese ha alzato la voce rispetto all'episodio di cui è stato protagonista suo malgrado.

Scimmia di merda. Mi hanno chiamato così – le parole nel messaggio su Facebook -. Questi soggetti non c’entrano con lo sport. Vanno identificati e tenuti fuori dagli stadi: per sempre.

Lo sfogo del centrale africano arriva dopo il battibecco ingaggiato a fine incontro con quei sostenitori toscani che lo avevano preso di mira. "Mi hai chiamato scimmia? Vieni qui a dirmelo in faccia, se hai il coraggio", aveva già urlato. E non è certo la prima volta che, lui come altri, subiscono atteggiamenti del genere. Uno dei più clamorosi capitò a Milano, all'epoca in panchina c'era Carlo Ancelotti. Gli ululati a San Siro, durante la sfida contro l'Inter, lo innervosirono al punto che le sue proteste nei confronti del direttore di gara (ricevuta un'ammonizione, lo applaudì ironicamente perché ignorava cosa stava accadendo) gli costarono un'espulsione.

Di diverso tenore ma ugualmente duro l'intervento di Victor Osimhen. "Continuate, continuate", aveva detto rivolgendosi verso le tribune dalle quali piovevano insulti su di lui e sui compagni di squadra. Qualche ora dopo in un tweet ha affermato: "Parlate con i vostri figli, i vostri genitori, fate loro capire quanto sia disgustoso odiare un individuo a causa del colore della sua pelle".

Al coro s'è aggiunto anche Anguissa che su Twitter ha fatto sentire la propria voce: "È triste vedere che nel 2021 ci sono ancora persone capaci di agire in questo modo! Per quel che mi riguarda, puoi insultarmi e chiamarmi scimmia, questo non influenzerà l'uomo che sono, perché so chi sono, so da dove vengo. Sono un uomo di colore, orgoglioso di esserlo e questo non cambierà mai. No al razzismo".

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