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La verità di Enzo Raiola sull’addio di Donnarumma al Milan: “Mino non voleva portarlo via a zero”

Il cugino di Mino Raiola racconta com’è andato l’addio di Donnarumma al Milan a parametro zero: “Maldini e Massara ci dissero di aver trovato già un sostituto. Lui sarebbe andato alla Juve solo in un caso”
A cura di Ada Cotugno
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L'addio di Gigio Donnarumma al Milan ha creato una profonda spaccatura con la tifoseria: nell'estate del 2021, dopo otto anni trascorsi in rossonero tra giovanili e prima squadra, il portiere decise di trasferirsi al PSG a parametro zero in seguito al mancato accordo con il club per il rinnovo di contratto. Una storia che al tifo di San Siro brucia ancora ma che Enzo Raiola ha provato a raccontare in modo diverso.

Dopo oltre due anni il cugino di Mino Raiola, ora a capo del Team Raiola che tra gli altri detiene anche la procura di Donnarumma, in un'intervista a Tuttosport ha rivelato alcuni retroscena che portarono al clamoroso addio: "Nei tanti appuntamenti avuti per parlarne col club l'indicazione di Mino ai rossoneri era sempre stata questa: non porteremo via il ragazzo a zero euro ma vorrebbe che il Milan si qualificasse alla Champions League. Maldini e Massara dissero: ‘Mino, noi siamo qua per altro: il capitolo Gianluigi è già chiuso perché noi abbiamo già preso il nostro portiere'. A Donnarumma è crollato quel macigno sulla testa".

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Il Milan aveva quindi già raggiunto l'accordo per Maignan, voltando pagina dopo i mesi difficili della contrattazione per il rinnovo che non è mai arrivato. In ballo c'era anche il possibile passaggio del portiere campano alla Juventus, ma Raiola chiarisce che a gennaio non ci sono stati contatti con altri club: "Noi, oltre alla Juve, che lo avrebbe preso solo a fine campionato se il Milan non fosse andato in Champions, non avevamo fatto mercato su Gianluigi che a gennaio, sempre per non tradire il Milan, non aveva neanche voluto ascoltare un’offerta da futuro svincolato".

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Secondo questa versione fu lo stesso Donnarumma a scartare l'ipotesi di un passaggio in bianconero da svincolato: "E sempre lui, dopo quanto successo, ci disse ‘No, io in Italia non ci voglio giocare più. Alla Juve ci sarei andato solo se il Milan non fosse andato in Champions e dalla mia cessione ci avrebbe guadagnato, quindi ora io in Italia non ci voglio giocare più'".

Il PSG fino a quel momento non era mai comparso nel futuro del giocatore, ma fu una telefonata di Mino Raiola a cambiare tutto e convincere Al-Khelaïfi a puntare sul giovanissimo portiere, nonostante la porta dei francesi fosse difesa da un veterano come Navas: "Noi non avevamo proprio niente in mano perché tutti erano sistemati, compreso il Psg che aveva da poco rinnovato con Keylor Navas. Però Mino ha voluto lo stesso giocarsi la carta Nasser e lui, una volta capito che Gianluigi era libero, davanti a noi prese il telefono e disse a Leonardo “Prendimi Donnarumma”. Lì è iniziata la trattativa, ma eravamo ormai quasi a fine campionato. Questa è la vera storia di Gianluigi".

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E poi Enzo Raiola ha lanciato una frecciata al Milan per il mancato rinnovo: "Prima del primo rinnovo poteva andare in 4-5 grandissime squadre, dopo quattro anni quelle squadre non c'erano più. Intanto il Milan non si sapeva dove sarebbe andato a finire e, nonostante questo, non aveva preso impegni con nessuno. Aspetta, aspetta e poi il Milan non ha voluto aspettare lui".

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