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La sentenza dello spogliatoio della Juve su Di Maria: “Grandissimo giocatore, ma non un leader”

Oggi a Monza Angel Di Maria scenderà in campo dal 1′: una presenza fondamentale per Allegri. Intanto lo spogliatoio della Juventus si è fatto un’idea precisa sull’argentino.
A cura di Paolo Fiorenza
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Il Monza ha un solo punto in classifica, ha appena cambiato allenatore e deve già affrontare lo spettro della possibile retrocessione dopo solo un anno di Serie A. Eppure oggi al Brianteo chi si gioca di più è la Juventus, partita con 4 pareggi nelle prime 6 partite di campionato ed ottava in classifica, ma soprattutto reduce dalla mazzata interna col Benfica in Champions League.

Se la Juve non può sbagliare, il suo tecnico Massimiliano Allegri ancora meno, visto che la legge del calcio impone che a pagare, in caso di fallimento, sia l'allenatore. Improbabile un ribaltone adesso, con la società intenzionata ad aspettare la sosta per i Mondiali per tirare le somme, ma in caso di altri scivoloni clamorosi l'esonero del tecnico tornato a Torino a furor di popolo un anno fa non si può escludere: i nomi di Thomas Tuchel e Paulo Sousa sono in cima alla lista dei possibili sostituti.

Intanto oggi contro il Monza Allegri schiererà dal 1′ Angel Di Maria dopo la mezzora col Benfica che ha visto il rientro dell'argentino dopo l'infortunio. Una presenza fondamentale per un giocatore del quale il tecnico ha parlato così nella chiacchierata col Corsera di ieri, portandolo come argomento a sostegno del suo modo di vedere il calcio: "Col Benfica Di Maria è entrato pochi minuti e ha messo uno davanti al portiere da trenta metri. Posso dire che era uno schema? No, era Di Maria. La qualità sta sempre nei giocatori, non negli schemi. Un buon allenatore deve prima di tutto pensare ai giocatori".

Allegri si aspetta molto da Di Maria oggi a Monza
Allegri si aspetta molto da Di Maria oggi a Monza

A 34 anni Di Maria è ancora un calciatore sublime, decisivo nell'attuale Serie A. Ma se la Juventus e il tecnico speravano di essersi messi in casa anche qualcosa di più, sono bastate poche settimane per emettere un verdetto molto netto da questo punto di vista: "Su Di Maria si alza la voce dello spogliatoio: grandissimo giocatore, ma non un leader", scrive il Corriere della Sera. D'altronde il suo contratto di un solo anno, espressamente chiesto dal calciatore solo per restare in Europa in vista dei Mondiali e poi poter tornare in Argentina per chiudere la carriera con l'amato Rosario Central, già conteneva implicitamente il tipo di approccio del Fideo alla causa juventina: grande professionalità oltre alla classe cristallina, ma per costruire appartenenza e devozione alla causa serve altro, a cominciare dal tempo.

Mercoledì sera, dopo la disfatta col Benfica, Di Maria e Paredes sono stati gli unici due giocatori della Juventus a non andare sotto la curva per confrontarsi con i tifosi furiosi: hanno girato i tacchetti e se ne sono andati, mentre qualche metro più in là capitan Bonucci appariva stravolto. Sono cose che vengono notate in uno spogliatoio.

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