La Roma segna a recupero scaduto, Palladino protesta cronometro alla mano: perché il gol di Dovbyk è regolare

Posta in palio altissima allo stadio Olimpico nel match della 35ª giornata della Serie A 2024-2025 tra Roma e Fiorentina. Chi vince continua a sognare un posto nella prossima edizione della Champions League, chi perde vede questo sogno spezzarsi. Inevitabile che questo abbia portato un po' di tensione sul terreno di gioco con l'arbitro Chiffi che ha dovuto spesso fare i conti con le proteste delle due squadre.
L'episodio che più di tutti ha creato vibranti proteste è stato quello avvenuto allo scadere del primo tempo quando i giallorossi, grazie al colpo di testa di Artem Dovbyk, hanno trovato la rete del vantaggio invertendo la rotta in un a partita che fin là aveva visto gli ospiti rendersi molto più pericolosi con Svilar che in due occasioni è dovuto intervenire sulle insidiose conclusioni di uno scatenato Moise Kean.
Non sono infatti passate inosservate le singolari proteste dell'allenatore dei toscani Raffaele Palladino che agitando in mano un cronometro chiedeva con forza al quarto uomo l'annullamento della rete appena siglata dall'attaccante ucraino. Il motivo? Il gol della Roma è arrivato circa 10 secondi dopo lo scadere dei 4 minuti di recupero assegnati dal direttore di gara per le tante interruzioni del gioco verificatesi fin lì.

Il tecnico della Fiorentina mostrava dunque al quarto uomo l'esatto minuto in cui la rete della Roma è stata siglata chiedendo spiegazioni sul perché l'arbitro avesse concesso questo recupero extra. Analizzando però l'azione che ha portato al gol emerge come l'arbitro in realtà abbia rispettato alla lettera il regolamento: il calcio d’angolo, da cui è nato il gol di Dovbyk infatti è stato battuto prima della scadenza dei quattro minuti di recupero concessi, esattamente al 48'57", inevitabile che a quel punto, nel momento in cui sulla respinta della difesa della Fiorentina il pallone è finito sul piede di Angelino che lo ha immediatamente rimesso in mezzo all'area gigliata, il direttore di gara ha dovuto attendere la fine dell'azione per decretare la conclusione del primo tempo.