37 CONDIVISIONI

La Procura inguaia il Barcellona: accusa di corruzione e frode sportiva per lo scandalo arbitri

La Procura inguaia completamente il Barcellona dopo lo scandalo del pagamento al vice presidente degli arbitri dal 2016 al 2018. Per il club catalano l’accusa è di corruzione e frode sportiva.
A cura di Fabrizio Rinelli
37 CONDIVISIONI
Immagine

Una spy story degna di thriller che però potrebbe avere conseguenze durissime per il Barcellona. Lo scandalo che ha colpito il club blaugrana sta assumendo delle dimensioni sempre più enormi. Quella che sembrava essere un'accusa irrisoria, oggi si sta trasformando in un incubo che rischia di macchiare definitivamente la società catalana. L'accusa di presunti pagamenti del Barcellona al vice-presidente degli arbitri, Jose Maria Enriquez Negreira, dal 2016 al 2018, ora sta prendendo le sembianze di una sentenza che potrebbe avere presto conseguenze durissime. Quasi 1,4 milioni di euro versati in quel periodo alla società DASNIL 95 SL che ha un solo socio, ovvero proprio Negreira, sembrano essere già una prova.

E infatti dopo approfondite indagini, secondo quanto scrive ‘El Pais', la Procura presto accuserà il Barcellona di corruzione negli affari: reato entrato in vigore con la riforma penale del 2010 e che include la frode in campo sportivo. Il reato è contemplato nella sua modalità continuativa, che comporta una maggiore severità delle pene. Dopo quasi un anno di indagini, la denuncia è diretta anche contro l'ex presidente dell'ente Josep Maria Bartomeu, contro i membri del suo management team responsabili dei pagamenti e anche contro Negreira, che fino al 2018 ha ricevuto, tramite una società, quasi sette milioni di euro dal Barcellona – e non più soltanto 1,4 come sembrava inizialmente – per presunte consulenze arbitrali la cui veridicità è in discussione.

Un'indiscrezione che in Spagna è scoppiata come una bomba e che ha portato immediatamente l'attuale presidente Laporta a difendere il club: "Il Barcellona non si è mai dedicato all'acquisto di arbitri o all'influenza su tutto il resto – ha detto – Non abbiamo mai avuto questa intenzione, categoricamente". Il club catalano sin dai primi giorni del 2023 si era difeso da questa accusa con un lungo comunicato in cui, in poche parole, giustificava quei pagamenti come servizi pagati a un consulente tecnico esterno, che ha fornito, in formato video, relazioni tecniche riferite a giocatori di categoria inferiore in Spagna per la segreteria tecnica del Club. Ma non solo, il Barcellona specificò le motivazioni di quei versamenti: "Il rapporto con il fornitore esterno stesso è stato esteso con relazioni tecniche relative all'arbitrato professionale al fine di integrare le informazioni richieste dallo staff tecnico della prima squadra, una pratica comune nelle società di calcio professionistiche".

Ciò che ha espresso oggi ‘El Pais' sembra essere a dir poco preoccupante se dovesse davvero accadere. Nella sua dichiarazione davanti all'Agenzia delle Entrate, l'ex arbitro ha affermato che il club lo ha pagato perché voleva un arbitraggio "neutrale" e "assicurarsi che non venissero prese decisioni contro di lui" durante le partite. Quando è stato chiamato a testimoniare come indagato davanti alla Procura, però si è avvalso del diritto di non testimoniare in quanto affetto da Alzheimer. La Procura prevede dunque che il reato sia nella sua modalità continuativa (dal 2010) poiché i pagamenti sono avvenuti, ininterrottamente, almeno dal 2001 e fino al luglio 2018, quando la squadra di Bartomeu ha posto fine a tali pratiche.

L'ex presidente del Barcellona, Josep Bartomeu.
L'ex presidente del Barcellona, Josep Bartomeu.

Secondo ‘El Pais', inoltre, la fine della relazione ha provocato le proteste di Negreira, che avrebbe minacciato di accusare "tutti i presidenti"del Barcellona che avevano tenuto in vita questo presunto rapporto d'affari: Joan Gaspart (2000-2003), Joan Laporta (2003-2010), Sandro Rosell (2010-2014) e Bartomeu (2014-2020). La società di Negreira, la Dasnil, da allora ha visto precipitare i propri introiti: il Barça era praticamente il suo unico cliente.

La destinazione finale di quel denaro è sconosciuta ma se dovesse andare avanti l'indagine della Procura che appurerebbe il reato, prevede una pena da sei mesi a quattro anni di reclusione, oltre all'interdizione e al pagamento di una multa. Il tribunale di Barcellona in questo momento ha già aperto il procedimento. La denuncia è diretta anche contro i Negreira sia padre che figlio dato che anche quest'ultimo avrebbe ricevuto somme di denaro dal Barcellona di cui esiste prova documentale. Non ci sarà altro da fare che attendere dunque domani quando, secondo ‘El Pais', la denuncia al club catalano verrà ufficialmente presentata.

37 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views