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Trentalange condannato a tre mesi di inibizione dal Tribunale della Figc per il caso D’Onofrio

Alfredo Trentalange è stato condannato a tre mesi di inibizione dal Tribunale federale della Figc per il caso D’Onofrio.
A cura di Vito Lamorte
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Alfredo Trentalange, ex presidente dell'Associazione italiana arbitri, è stato condannato a tre mesi di inibizione dal Tribunale federale della FIGC per il caso D'Onofrio. La procura federale della FIGC aveva chiesto sei mesi di inibizione e la richiesta dell'organo guidato da Giuseppe Chiné ha tenuto conto della continuazione tra gli illeciti contestati e del fatto che Trentalange si ormai sia dimesso da ogni carica che ricopriva. Le parti potranno ricorrere in appello.

I legali di Trentalange, Paolo Gallinelli, Bernardo Giorgio Mattarella e Avilio Presutti; hanno dichiarato: "La Procura Federale ha ottenuto la metà della sanzione richiesta. Ma noi siamo soddisfatti piu che a metà, ed attendiamo le motivazioni dei primi Giudici Federali per proporre appello dinanzi alla Cfa, ancor più convinti delle nostre ragioni sia fattuali che giuridiche".

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L'ex capo dell'AIA non ha preso la parola durante l’udienza. Il tribunale si è riunito in camera di consiglio dopo tre ore di dibattimento.

Uno degli avvocati di Trentalange, Paolo Gallinelli aveva affermato che “la procura federale nel corso dell’udienza si è opposta all’acquisizione degli atti, tra i quali la carta intestata comparativa per dimostrare che le dichiarazioni fatte da D’Onofrio per essere autorizzate dal tribunale di Milano erano apocrife e false. E il tribunale ci ha dato ragione, respingendo la richiesta della procura e acquisendo gli atti”.

Il riferimento è alla falsificazione dei documenti da parte di D’Onofrio per ottenere i permessi durante gli arresti domiciliari che gli hanno consentito di raggirare, in base alla tesi della difesa, anche la magistratura ordinaria oltre che l’AIA.

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La procura della FIGC aveva deferito Alfredo Trentalange per il caso D'Onofrio lo scorso 20 gennaio ed era stata rifiutata la richiesta di patteggiamento: per il procuratore Chinè l'ex numero uno dell'AIA aveva "omesso di assumere qualsiasi iniziativa, anche la più minimale, per accertare i reali requisiti professionali e di moralità del sig. Rosario D'Onofrio, con cui Trentalange aveva un rapporto personale consolidato di vecchia data, prima della proposta, fatta dallo stesso Trentalange, e conseguente nomina da parte del Comitato Nazionale AIA (nel marzo 2021), a Procuratore arbitrale dell'A.I.A., mentre il nominato era detenuto agli arresti domiciliari, perché condannato per gravissimi reati concernenti la detenzione di sostanze stupefacenti".

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