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La Nazionale italiana può trovare all’estero l’erede di Bonucci e Chiellini: si candida Ibanez

Roger Ibañez si candida senza ipocrisie a giocare per la Nazionale italiana, il messaggio del 22enne romanista nato in Brasile è chiaro: “Ho tre passaporti. Ascolto chi mi chiamerà, il calcio è cambiato: tante squadre naturalizzano i giocatori”. Sarebbe il quarto brasiliano a vestire la maglia azzurra nella gestione Mancini dopo Jorginho, Emerson Palmieri e Toloi.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dopo Jorginho, Emerson Palmieri e Toloi, l'Italia potrebbe abbracciare tra le proprie fila un quarto brasiliano pronto a sposare la causa azzurra dopo averne preso la cittadinanza: ad avanzare la propria candidatura è Roger Ibañez, 22enne difensore della Roma, nato in Brasile da padre brasiliano e madre uruguaiana. Il classe '98 che l'Atalanta ha prelevato dal Fluminense quasi tre anni fa, cedendolo poi ai giallorossi nel gennaio 2020, si offre alla Nazionale di Mancini in maniera chiara, senza ipocrisie.

"Ho tre passaporti. Io sono nato in Brasile, mi sento brasiliano e vorrei giocare nel Brasile. Ma vediamo. Ascolto chi mi chiamerà, il calcio è cambiato: tante squadre naturalizzano i giocatori – spiega al Corriere dello Sport –Toloi è mio amico, è stato un punto di riferimento importante per me quando sono arrivato a Bergamo. Vedremo cosa succederà". Il messaggio quindi vale anche per l'Uruguay e per Tabarez, oltre che per l'Italia.

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Ibañez finora ha giocato solo nel Brasile Under 23, col quale avrebbe potuto anche disputare le Olimpiadi di Tokyo la scorsa estate, ma la Roma lo ha convinto a rinunciare: "Mourinho sapeva quanto io ci tenessi: mi ha solo detto occhio, se non vieni in ritiro poi devi recuperare il terreno perduto. Io sarei andato, perché un’occasione del genere non capita spesso. Poi abbiamo vinto la medaglia d’oro… Ma la Roma ha deciso che era meglio di no e allora bene così".

In questo avvio di stagione, il difensore ha trovato tanto spazio nella Roma al fianco di Mancini, a causa dei rinnovati problemi fisici di Smalling: "Mi dispiace per Chris, che è un grande difensore. Da lui ho imparato molto. Non posso nemmeno dire che sia una fortuna per me, perché sono sempre stato pronto a giocare. In estate nessun giornale mi inseriva nella formazione titolare, invece mi sono ritagliato il mio spazio. Non ho mai pensato di considerare le proposte di altri club".

Anche perché non capita a tutti di poter essere allenato da Mourinho: "Mi ha insegnato tante cose. Il primo giorno mi chiamò insieme al suo collaboratore Joao Sacramento, spiegandomi cosa gli piaceva e cosa non andava bene. Mi colpì perché già conosceva tutti i giocatori della Roma". Ibañez è giovane e sente di avere davanti una grande carriera: la Roma e forse l'Italia potrebbero aver trovato il difensore giusto per i prossimi 10 anni.

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