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La grande incognita della Nazionale che punta ai Mondiali 2022: il centravanti

Da quando Roberto Mancini è ct dell’Italia, la Nazionale ha vinto 18 volte su 27, perdendo solo 2 gare, segnando una media di 2.3 gol a partita. Eppure a questa formazione manca qualcosa soprattutto in attacco. Belotti-Immobile, la coppia titolare fatica in campionato; Grifo, Caputo e Kean sono tutti al ‘rodaggio’ azzurro. L’unico con continuità in zona gol appare il solo Berardi.
A cura di Alessio Pediglieri
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I Mondiali 2022 si avvicinano e il cammino dell'Italia di Roberto Mancini si fa via via più intenso. Il primo, reale, test sarà con l'Europeo di quest'estate quando la truppa azzurra si metterà alla prova in modo ufficiale con le grandi del Vecchio Continente, per capire se i presupposti per tornare a festeggiare siano concreti. Gli elementi, sulla carta ci sono tutti: il rinato entusiasmo attorno alla nazionale, i risultati convincenti e soddisfacenti fin qui raccolti, un gruppo giovane motivato e forte che prospetta di ulteriori progressi. Ma c'è un piccolo neo che bisogna subito togliere e che riguarda l'attacco: non c'è un centravanti titolare che garantisca il gol.

Sembra quasi un controsenso, ma il calcio è fatto anche di questo: dallo scorso 14 maggio 2018, giorno della nomina di commissario tecnico di Roberto Mancini, l'Italia su 27 partite ufficiali ha vinto 18 volte, ha pareggiato in 4 occasioni e ha perso 2 gare, l'ultima il 10 settembre 2018 in Nations League, contro il Portogallo. Ha segnato 63 gol con una media di 2,3 reti a partita. Statistiche da sogno, eppure in avanti manca un punto di riferimento reale e i bomber a disposizione, in questo momento non garantiscono continuità di rendimento.

Spulciando gli ultimi convocati in attacco dei 38 giocatori chiamati, gli attaccanti di ruolo azzurri sono 6: Andrea Belotti (Torino), Domenico Berardi (Sassuolo), Francesco Caputo (Sassuolo), Vincenzo Grifo (Friburgo), Ciro Immobile (Lazio), Moise Bioty Kean (Paris Saint Germain). A loro si devono aggiungere 4 centrocampisti offensivi: Federico Bernardeschi (Juventus), Federico Chiesa (Juventus), Stephan El Shaarawy (Roma), Lorenzo Insigne (Napoli).

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Un elenco che dovrebbe garantire una copertura importante in avanti ma se si entra nel merito ci si accorge che le polveri sono bagnate. Partiamo dal ‘duo' base, formato da Belotti e Immobile: il granata in campionato non va a segno dal 2 febbraio, in azzurro l'ultimo (e unico gol) del 2020 risale a novembre. Il laziale non sta meglio: in Serie A non trova la via del gol dallo scorso 7 febbraio e in azzurro l'ultimo show risale al 9-1 all'Armenia del novembre 2019 con una doppietta.

Dunque, se è pur doveroso puntare sulla coppia gol considerata titolare e con la quale si affronteranno sia Europeo che Mondiali, Mancini si è cautelato nella speranza di trovare il bomber di riserva. Il più in palla sembra Domenico Berardi con 11 gol in A,  tra cui la doppietta nel recupero contro il Torino e a segno nelle ultime due uscite azzurre; poi, il compagno in neroverde, Francesco Caputo. Per lui, 11 centri stagionali ma fresco di nazionale con solo 2 presenze (e 1 gol).

Così come Vincenzo Grifo, che a Friburgo si è fermato con l'ultimo gol segnato a gennaio  e in azzurro vanta solo 4 presenze (e 2 gol). Infine, Moise Kean, attualmente il miglior marcatore con 17 reti stagionali con la maglia del Psg e una certa continuità tra campionato e coppe. Ma in azzurro paga anche lui la poca esperienza: 8 presenze e solo 2 reti. E ha lasciato il ritiro di Coverciano per infortunio.

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